Alessandro Baricco

Castelli di rabbia, Oceano mare, Seta...

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  1. FigliaDellAcqua
     
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    Premetto che gli sono debitrice.
    Prima di leggere Oceano Mare, ero una poetessa e basta: non mi sentivo in grado di andare oltre la pagina, e già la pagina era tanta da riempire con un solo pensiero. Io sono così: ho una cosa alla volta da dire, prepotente e necessaria, mi è difficile farne una trama.
    Oceano Mare ha fatto nascere in me un dubbio su questa incapacità, perché non è altro che un mosaico di poesie un po' prosate: ci sono le pagine-chiave, quelle poetiche vere e proprie, le altre sono righe che le annodano le une alle altre, creando la storia.
    Mi sono detta che forse potevo provare a fare come lui: prendo il personaggio di quella poesia, l'ambiente così metaforico dell'altra, quell'evento simbolico ecc ecc, e ne faccio una storia. Inutile dirlo, è venuta una gran schifezza, incomprensibile se non per me. Allora ho capito che non è questa la filosofia di base del romanzo, che non deve essere una trapuntona di toppe ma un arazzo con la sua trama ben progettata. Mi sono chiesta come lui riesca comunque a produrre qualcosa di gradevole e ho letto Castelli di Rabbia e Seta nella speranza di trovare il segreto per emularlo.
    Non credo che ci sia, comunque, e più passa il tempo più lo trovo un poeta svendutosi al romanzo perché - e questo forse é l'unico segreto - quello vende.
    E' ancora capace di farmi rimanere a bocca aperta di fronte a certi estratti, ovviamente, ma temo che sia sempre stato solo questo a colpirmi così tanto: determinate pagine, non il tutto.
    In ogni caso, per fortuna o per sfortuna, da quel momento non ho smesso di provare a scrivere racconti, ragion per cui, ribadisco, gli sono debitrice.
     
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4 replies since 23/9/2011, 19:46   218 views
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