Alessandro Baricco

Castelli di rabbia, Oceano mare, Seta...

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar
    Group
    Amministratori
    Posts
    22,320
    Location
    Mondo Parallelo

    Status
    offline
    AlessandroBaricco
    Nome completo: Alessandro Baricco
    Luogo e data di nascita: Torino, 25 gennaio 1958
    Sito ufficiale:-

    Biografia:
    Dopo la laurea in filosofia con Gianni Vattimo, pubblica alcuni saggi di critica musicale (la passione per la musica classica gli è stata trasmessa dai genitori, e la sua cultura in questo campo è frutto del suo studio personale): Il genio in fuga (1988), su Rossini, e L'anima di Hegel e le mucche del Wisconsin (1992), sul rapporto tra musica e modernità. Collabora come critico musicale per Repubblica e sulla pagina culturale per La Stampa.
    Baricco lavora anche in televisione, nel 1993 come conduttore di L'amore è un dardo, trasmissione di Raitre dedicata alla lirica e nel 1994 come ideatore e conduttore di un programma dedicato alla letteratura dal titolo Pickwick, del leggere e dello scrivere, affiancato dalla giornalista Giovanna Zucconi. Nel 1998 con il regista teatrale Gabriele Vacis cura il programma Totem, delle lezioni sull'amore per la lettura a cui seguirà una tournée nelle piazze italiane (dello spettacolo, trasmesso anche su Raidue, sarà pubblicato un libro della Fandango Distribuzione e due videocassette della Rizzoli).

    Esordio come regista cinematografico

    Nel 2008 lo scrittore realizza il suo primo film da regista, Lezione ventuno, prodotto da Fandango Distribuzione con Rai Cinema. Cast internazionale per questa opera prima, tratta da un soggetto inedito dello stesso Baricco e che è stata girata in inglese: protagonista Noah Taylor insieme con John Hurt, Clive Russell e Leonor Watling. La trama del film, come scrive in una corrispondenza da Trento il quotidiano la Repubblica, è la rievocazione da parte di una studentessa/Leonor Watling della lezione più bella del suo professore universitario Mondrian Kilroy (personaggio creato nel suo libro City), la numero 21, sul mistero della genesi della nona sinfonia di Beethoven.
    Parlando dell'opera, l'autore dice: «È un film sulla vecchiaia, dal valore universale, nel senso che non ha riferimenti specifici alla realtà. Non a caso - anticipa lo scrittore - il cast è di lingua inglese, è proprio una conseguenza del fatto che non si tratta di una storia italiana... il personaggio interpretato da John Hurt è Mondrian Kilroy, il professore del mio 'City': l'ho sfilato da lì e ho cambiato qualcosa, ma è lui. È un personaggio stravagante fuori dalle regole. È la storia che ha in testa e che racconta, e la sua testa è la mia, è un pazza lezione. Ma è anche il racconto - conclude il neoregista - della sua vicenda personale, di un uomo anziano. Per questo dico che, alla fine, è soprattutto un film sulla vecchiaia».

    Paolo Mereghetti, uno dei principali critici cinematografici del Corriere della Sera, ha recensito il film di Baricco titolando il suo pezzo: "Fallimentare esordio alla regia".

    Autore controverso

    La critica accademica è stata spesso severa sulla produzione letteraria di Baricco: Giulio Ferroni lo ha duramente stroncato in un pamphlet collettivo dal titolo: Sul banco dei cattivi. A proposito di Baricco e di altri scrittori alla moda (Donzelli, 2006). Entusiastico invece il parere espresso da Fernanda Pivano nella sua prefazione a Castelli di rabbia.
    Un'altra critica, molto personale, è venuta dal comico Daniele Luttazzi che, intervistato nel 2004 sulla rivista letteraria Orizzonti da Gianluca Mercadante, ha dichiarato: «Gli autori italiani che preferisco oltre a Gadda sono Manganelli, Aldo Busi, Arbasino e Flaiano. Non sopporto invece quelli che usano la pagina per mettere il proprio IO in mostra. Un IO in posa.» Scommetto che leggi tutti i romanzi di Baricco, allora! (gli chiede Mercadante). «Ecco bravo, Baricco non lo sopporto proprio! "Castelli di rabbia"! Già solo il titolo mi faceva accapponare la pelle. Apro il libro, leggo la prima frase e mi sono trattenuto dal lanciarlo solo perché ero in una libreria! Troppo lezioso. Troppo. Non a caso, la sua vera attività è fare corsi di scrittura creativa».

    Bibliografia:
    Castelli di rabbia, Milano, Rizzoli, 1991. ISBN 88-17-66039-6
    Oceano mare, Milano, Rizzoli, 1993. ISBN 88-17-66043-4
    Seta, Milano, Rizzoli, 1996. ISBN 88-17-66059-0
    City, Milano, Rizzoli, 1999. ISBN 88-17-86102-2
    Senza sangue, Milano, Rizzoli, 2002. ISBN 88-17-87017-X
    Omero, Iliade, Milano, Feltrinelli, 2004. ISBN 88-07-49031-5
    Questa storia, Roma, Fandango, 2005. ISBN 88-6044-007-6
    Emmaus, Milano, Feltrinelli, 2009.
    La storia di Don Giovanni, Milano, 2010.

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Lascio che le cose mi portino altrove

    Group
    Amministratori
    Posts
    21,961

    Status
    offline
    .........
    no, meglio che non commento.
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar
    Group
    Amministratori
    Posts
    22,320
    Location
    Mondo Parallelo

    Status
    offline
    CITAZIONE (Yelena‚ @ 25/9/2011, 10:36) 
    .........
    no, meglio che non commento.

    ma come?! ho aperto appositamente un topic per i vostri commenti XD
    :2evugr6.gif:
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Lascio che le cose mi portino altrove

    Group
    Amministratori
    Posts
    21,961

    Status
    offline
    comunque diciamo che io baricco lo adoravo NONOSTANTE la sua imbecillità politico-ideologica.
    ho letto tutti i suoi libri fino a Iliade, escluso, e mi piacevano molto.
    Poi ho letto emmaus, e dopo ho riletto qualcosa.
    il problema è che ha uno stile ampolloso, retorico, arzigogolato e inconcreto. che è affascinante inizialmente, tende ad allettare le ggggiuovani menti ma fondamentalmente nasconde una profonda pochezza..... una grande superbia.
    l'effetto disgusto è retroattivo.
     
    Top
    .
  5. FigliaDellAcqua
     
    .

    User deleted


    Premetto che gli sono debitrice.
    Prima di leggere Oceano Mare, ero una poetessa e basta: non mi sentivo in grado di andare oltre la pagina, e già la pagina era tanta da riempire con un solo pensiero. Io sono così: ho una cosa alla volta da dire, prepotente e necessaria, mi è difficile farne una trama.
    Oceano Mare ha fatto nascere in me un dubbio su questa incapacità, perché non è altro che un mosaico di poesie un po' prosate: ci sono le pagine-chiave, quelle poetiche vere e proprie, le altre sono righe che le annodano le une alle altre, creando la storia.
    Mi sono detta che forse potevo provare a fare come lui: prendo il personaggio di quella poesia, l'ambiente così metaforico dell'altra, quell'evento simbolico ecc ecc, e ne faccio una storia. Inutile dirlo, è venuta una gran schifezza, incomprensibile se non per me. Allora ho capito che non è questa la filosofia di base del romanzo, che non deve essere una trapuntona di toppe ma un arazzo con la sua trama ben progettata. Mi sono chiesta come lui riesca comunque a produrre qualcosa di gradevole e ho letto Castelli di Rabbia e Seta nella speranza di trovare il segreto per emularlo.
    Non credo che ci sia, comunque, e più passa il tempo più lo trovo un poeta svendutosi al romanzo perché - e questo forse é l'unico segreto - quello vende.
    E' ancora capace di farmi rimanere a bocca aperta di fronte a certi estratti, ovviamente, ma temo che sia sempre stato solo questo a colpirmi così tanto: determinate pagine, non il tutto.
    In ogni caso, per fortuna o per sfortuna, da quel momento non ho smesso di provare a scrivere racconti, ragion per cui, ribadisco, gli sono debitrice.
     
    Top
    .
4 replies since 23/9/2011, 19:46   215 views
  Share  
.