detto anche l'impanicato
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La questione è semplicissima (nella sua complessità): ciò che vale a livello teorico non ha alcun senso nel campo pratico.
Prendendo delle formule ed applicandole alle varie tipologie di produzione di energia che siano tradizionali o alternative si ha una soluzione teorica di quale sia la modalità di produzione più conveniente. Ma dato che l'energia (a parte che in casi specifici, vedi alcune ricerche sul solare termodinamico) non può essere conservata, o comunque non in modi economici e che il trasporto dell'energia comporta costi importanti sia per quanto riguarda la manutenzione delle reti che per quanto riguarda le perdite di energia che per quanto riguarda la carenza di infrastrutture, fare un discorso puramente teorico su quale tipologia di produzione sia la più conveniente non ha alcun senso.
Quello che andrebbe fatto nella pratica sarebbe lavorare stato per stato e più profondamente area per area o anche zona per zona e ancora più in profondità, esaminando quale sia la risorsa sfruttabile meglio nel territorio, rispetto anche ai fabbisogni delle varie tipologie di utenze presenti e del tipo di infrastrutture e formulare dei piani energetici già a livello nazionale fino ad andare sempre più nello specifico a piani per aree o zone, ecc. Le informazioni sono reperibili, la Terna ad esempio sa esattamente quali i fabbisogni energetici divisi per orari nelle diverse zone...
A questo punto si analizza la domanda di energia zona per zona, le centrali già attive e le risorse sfruttabili sia dal punto di vista di materie prime sia di infrastrutture, e si pianifica con logica.
Per fare un esempio è vero che il nucleare a conti fatti è più conveniente, ma è anche vero che non è che spegni una centrale nucleare come (per esempio) stacchi l'inverter di un impianto fotovoltaico o eolico, quindi nei momenti in cui la domanda diminuisce fisiologicamente (a livello nazionale) ti trovi produzione in esubero che devi riversare da qualche parte. Quindi paradossalmente una centrale nucleare attiva si integrerebbe bene con una produzione fotovoltaica, perché la domanda notturna si dimezzerebbe, quanto la produzione, è un esempio molto banalizzato... che poi è anche il motivo per cui di notte l'energia costa meno, è energia nucleare che la Francia riversa nelle nostre reti. Un altro esempio è che in una zona dove ci sono acciaierie o comunque stabilimenti manufatturieri ad alto consumo che lavorano su tre turni avere approvigionamento di energia nucleare o comunque a basso costo ha un senso, in una zona esclusivamente commerciale o residenziale probabilmente non c'è tutto questo bisogno, si potrebbero semplicemente integrare le fonti rinnovabili con altre programmabili (fossili).
Per quanto riguarda la rieducazione della popolazione all'uso delle risorse attuali non c'è molto da fare: un po' la campagna ecologista, ma soprattutto il costo della bolletta hanno già fatto gran parte del lavoro. La mente è aperta per capire come sfruttare al meglio l'energia, il problema più grande in realtà è che i grossi produttori di energia che hanno investito e si aspettano un rientro (o se già stato si aspettano di continuare a fare un profitto), non hanno alcun interesse a permettere tanto agli stati quanto ai privati lo studio di piani di utilizzo logico dell'energia... E sono certo che sarebbe molto più semplice rieducare le persone ad utilizzare l'energia nella maniera giusta che convincere uno qualsiasi di questi (ad esempio quello partecipato dallo stato che ha mille denominazioni diverse e sta facendo una campagna pubblicitaria a tappeto da qualche mese) a smantellare le centrali a carbone. Che poi per come la vedo io anche una centrale a carbone potrebbe essere utile, dipende dalle risorse disponibili in zona, il tipo di utenze... insomma, vedi sopra. Insomma, non credo sia così semplice dire a questa gente di smantellare tutto in maniera da poter fare le centrali nucleari, che l'energia costa di meno...
Sulle scorie non mi esprimo invece perché non ho idea di come si producono / conservano / smaltiscono...
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