Il Maestro e Margherita - M. A. Bulgakov

Mi ha entusiasmato la descrizione di questi piccoli personaggi, li ho immaginati intrappolati nelle burocrazie sovietiche, con il pericolo strisciante delle accuse, della perdita d'identità, dell'isolamento, niente tessera, niente soldi, niente vita; ho amato il tratto leggero con cui Bulgakov è entrato nelle loro vite, senza appesantire il racconto con le paranoie politiche; mi ha affascinato il suo modo di seguire razionalmente l'irrazionale, l'intrecciarsi delle varie sottotrame, l'incrociarsi delle vite dei personaggi.
Il manicomio, le strade di Mosca, la luna. Margherita è entrata nel mio cuore, la sua inaspettata follia, la sua forza, il suo prender tutto per scherzo, con serenità, dall'amore fino al diavolo, mi hanno.... stregato. L'ho amata fin dalle prime righe in cui viene descritta, in giro per le vie con dei brutti fiori in braccio.
Mi è piaciuto il modo in cui sono stati affrontati i personaggi di Korovev, Azazello, Behemot, dapprima accennati, lontani, e poi avvicinati, con un ribaltamento di prospettiva. Woland, poi, alla fine l'ho amato.
La parte su Pilato, pure, inizialmente l'ho trovata pesante, per poi lasciarmi prendere da questa bizzarra prospettiva.