Posts written by La Vita Altrove

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    Riccardo Bianco
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    Giovane scrittore di Pordenone, appassionato di giochi di ruolo, programamtore web nella vita reale.
    Autore di un libro, La tomba dei mutilati (narrazione di una estenuante quest a D&D) e una raccolta di racconti Un sogno lungo una vita, che speriamo di leggere presto.

    * Trovate più informazioni su di lui e i suoi lavori al sito: http://riccio.sebastian.it/?q=
    * La tomba dei mutilati su Altrove

    Edited by La Vita Altrove - 8/10/2010, 15:54
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    dieci piccoli indiani di agatha christie
    www.ibs.it/code/9788804507598/chris...li-indiani.html


    Titolo Dieci piccoli indiani
    Autore Christie Agatha
    Prezzo € 8,50
    Prezzi in altre valute

    Dati 2002, 182 p.
    Editore Mondadori
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    Sondaggio aperto fino al 30/9



    Titolo La ballata di Iza
    Autore Magda Szabò
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    Prezzo 11, 50€
    Einaudi
    IBS




    autore:Patrick Suskind
    titolo:IL PROFUMO
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    prezzo 10,00€ TEA
    IBS



    Titolo Dieci piccoli indiani
    Autore Christie Agatha
    Prezzo € 8,50
    Prezzi in altre valute
    Dati 2002, 182 p.
    Editore Mondadori
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    Intervista a Sergio Staino
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    Diciamo inaspettatamente, Sergio è stato estremamente disponibile nel prestarsi a questa iniziativa. Ha risposto con simpatia e interesse alle nostre domande, incentrate sul suo libro giallo Il mistero Bonbon, ma ci ha rivelato pure qualche progetto per il futuro. Buona lettura!
    ============

    Seguendoti, immagino come la maggior parte delle persone che ti segue, come vignettista, sono rimasta molto sorpresa quando ho saputo di questo libro. Come mai hai deciso di cimentarti in questo tipo di avventura?
    Credo che i motivi siano fondamentalmente due: un bagaglio di esperienze, emozioni e situazioni imbarazzanti o divertenti che ho accumulato nel corso di questi anni e che non potevo scaricare e raccontare attraverso i personaggi familiari del mio fumetto, da una parte, e l'inquietudine costante che mi dà il peggiorare della vista e la paura che un giorno non sarò più in grado di disegnare, dall'altra. Il Fatiguée del mio romanzo è la mia parodia di oggi, diverso assai dal Bobo che era la mia parodia di 30 anni fa, non un giovane uomo alle prese con la costruzione di un nucleo familiare in mezzo alle difficoltà del quotidiano bensì un signore ormai alle soglie della pensione, inguaribile seduttore con figli ormai grandi e fuori casa e moglie straniera ancora molto bella.

    E a cosa è dovuta la scelta della storia? Trama, personaggi?
    La storia mi è nata dal ritorno di una vacanza abbastanza movimentata in Marocco. E' in questo paese che mi sono sentito per la prima volta un personaggio diverso da quello che ero stato, un signore che ormai capiva molte cose del mondo ma che spesso si ritrovava in situazioni imbarazzanti per le letture distorte che gli derivavano dalla fortissima miopia che lo perseguitava. Da qui l'atmosfera francofona che poi ho trasportato sulla Costa Azzurra, luogo dove un tempo molti italiani andavano a risiedere per osservare con un po' di distacco lo sfasciume della situazione politica italiana. Un po' come succede oggi con Barcellona.

    Diverso il formato, diverso lo stile: com'è stato il passaggio?
    Ero accompagnato da un tale entusiasmo che l'ho scritto quasi di getto e senza eccessiva difficoltà. L'ho iniziato il giorno di Ferragosto e l'anno dopo, nello stesso periodo, veniva già pubblicato a puntate su l'Unità. La primavera seguente usciva per Feltrinelli.


    Cosa ti ha spinto a buttarti proprio su un "giallo"?
    E' un impianto narrativo più semplice e popolare, non volevo tradire le caratteristiche delle strisce di Bobo. Era successo inoltre che, nella primavera di quell'anno, un mio amico che era uscito la mattina dalla sua casa di Firenze per andare ad un convegno politico a Grosseto, è ritornato la sera con l'abbigliamento completamente rinnovato. Tutto nuovo, tutto comprato quel giorno, dalla giacca ai calzini, dalla cravatta ai pantaloni. Per quasi un'ora era rimasto in silenzio di fronte alla moglie stupita, preso da un grande imbarazzo nello spiegare cosa gli era successo. Questa vicenda mi aveva talmente divertito che l'ho messa come motore della mia narrazione con la speranza di dare quel tanto di curiosità al lettore per farlo proseguire con una lettura che doveva rimanere satirica.

    Saltando di palo in frasca, vorrei farti qualche domanda su te come lettore: che tipo di libri ti interessano? Cosa ti piace in quello che leggi?
    Per me ormai è assai raro il potersi dedicare a una lettura di puro piacere. Sono costretto a farmi leggere tutto, o da mia moglie o da una gentile assistente o dalla sintesi vocale del mio computer. Credo sia comprensibile che con simili limitazioni, è già molto che riesca a leggere libri scelti in base alle esigenze del mio lavoro. In questi giorni ad esempio, mi stanno leggendo “Vita di Gesù” di Ernest Renan, “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” di Saramago e i Vangeli. Il perché spero lo possiate sapere tra qualche mese. Comunque posso assicurarvi subito che non ho intenzione di dimettermi dalla presidenza onoraria dell'Unione Atei Italiani.

    Hai qualche suggerimento da darci per delle prossime letture?
    Adelphi ha pubblicato di recente le “Opere scelte” di Ennio Flaiano, tutto da riscoprire. Costa un po' caro, 70 euro, e può essere un'occasione per iscriversi a una qualche biblioteca pubblica.

    Com'è stato per te passare da lettore a scrittore?
    Ho fatto quello che facciamo in tanti: dare un contributo a far sì che il numero degli scrittori continui a superare il numero dei lettori.




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    Raccolta da Yelena a luglio 2010.
    qui potete leggere la versione integrale e non editata, chiedete il permesso per visualizzarla


    Edited by La Vita Altrove - 8/10/2010, 15:54
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    Ciao Taksya, benvenuta!
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    Intervista a Carmelo Massimo Tidona

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    Carmelo è stato uno dei primi autori a rispondere positivamente alla nostra proposta, è stato torturato di domande a partire da fine giugno. E' stato iper disponibile e gentilissimo. Per cominciare gli abbiamo chiesto di parlare un po' del suo libro, Trittico oscuro, tre racconti di ambientazione fantasy, (letti grazie alle catene di lettura di Mondo Parallelo, x, purtroppo la sua è già conclusa, ma chi lo sa...)


    ============

    Il mondo di Trittico oscuro è davvero ben studiato, coerente, solido. A me questi tre racconti hanno dato l'impressione di essere tre numeri di un qualche fumetto, alla Jonathan Steele, per dire. Ottima base, ottima ambientazione, personaggi ben caratterizzati che si muovono in un ambiente preesistente - ed esistente indipendentemente da loro. viene da chiedersi: i protagonisti sono i personaggi o è proprio il mondo che hai pensato, a staccarsi dallo sfondo e venire in primo piano?
    In effetti è giusta la seconda cosa che hai detto, il vero protagonista in Trittico Oscuro è il mondo di Anthuar, o meglio la sua versione del ventunesimo secolo, diversamente dal romanzo successivo, in cui Anthuar si fa un po' da parte per lasciare più spazio ai personaggi. Nel Trittico è l'ambientazione a fare da padrone, i personaggi vivono la storia in modo tale da permettere di esaminare le varie sfaccettature del mondo in cui si muovono, o almeno di una parte di questo.

    Da dov'è venuta l'ispirazione per questo universo? Esiste solo in funzione delle storie, o le storie sono nate dopo?
    Il mondo di Anthuar nella sua prima incarnazione è nato come ambientazione per un gioco di ruolo via e-mail, che esiste tuttora. In quella versione, creata nel corso di dieci anni aggiungendo a una base abbastanza classica i contributi miei e dei vari giocatori passati e presenti, è comunque un "semplice" mondo fantasy circa-medievale.
    La sua versione futura - o forse sarebbe meglio dire contemporanea - è nata durante la gestazione di Notturno, il primo dei tre racconti di Trittico Oscuro. All'inizio, infatti, avevo già intenzione di ambientare la storia in un universo fantasy evoluto, ma solo quando sono arrivato a metà della scaletta ho deciso che, piuttosto che creare un'ambientazione da zero, avrei trasposto Anthuar nel ventunesimo secolo.
    Di conseguenza direi che le storie e l'ambientazione definitiva sono nate all'incirca nello stesso momento.

    Di che gioco si tratta?
    È un gioco di narrazione via e-mail, inizialmente basato sul classico Dungeons & Dragons ma più che altro come spunto. In pratica è molto lontano da un classico gioco di ruolo perché si basa soprattutto sull'estro dei giocatori che costruiscono assieme le loro storie, senza l'uso di dadi e tabelle, con una piccola eccezione per alcuni poteri magici e abilità che comunque richiedono solo di confrontare un paio di numeri.

    Questo gioco ti ha dato solo la base per lo sfondo o in qualche modo ha contribuito all'ideazione dei personaggi?
    I personaggi sono nati nell'Anthuar del ventunesimo secolo, la loro creazione in effetti ha poco a che fare con l'ambientazione del gioco, anche se ci sono delle citazioni sparse qua e là. Shim, ad esempio, ha lo stesso nome (ma non cognome) di un nano apparso nel gioco in una vicenda abbastanza umoristica, mentre di Grace viene suggerito che sia la discendente di un personaggio del gioco, ma bisogna conoscerlo per capirlo.

    Come sei arrivato a scrivere questo romanzo? Cosa viene dopo (o prima)?
    A dare il via a tutto è stato Notturno.
    A dare il via a Notturno è stata una combinazione di fattori, tutti in qualche modo legati al sito Anobii.
    In quel periodo stavo leggendo i primi romanzi del ciclo di Anita Blake - scoperti appunto su Anobii - e nel frattempo stavo partecipando ad alcune discussioni di vario genere, su Urban Fantasy e altro. In una in particolare era stata citata la frase "una tecnologia sufficientemente evoluta è indistinguibile dalla magia", cosa che per qualche ragione mi ha portato a pensare "sì, ma è vero anche il contrario".
    In quel momento ho iniziato a mettere assieme gli elementi che sono poi diventati Notturno, e ho fatto leggere il risultato ad amici e conoscenti vari, ricevendone un buon apprezzamento.
    Non è passato molto prima che sentissi la necessità di esplorare qualche altro aspetto di Anthuar. Così ho scritto il secondo racconto, Rubacuori, e già mentre lo scrivevo ho deciso che ce ne sarebbe stato un terzo, ovvero il Solitario che ha in effetti portato a conclusione il Trittico. E sì, confesso che, sebbene l'insieme alla fine abbia senso, al momento della scrittura di Notturno non prevedevo che fosse un tassello di una storia più ampia. Teoricamente, non avrebbe dovuto esserci altro dopo. Nei fatti non è stato così.
    Qualche tempo dopo ho scritto il breve racconto Sfumature di nero, pubblicato sul mio blog, che introduceva il personaggio di Sylke. Lo stesso personaggio è poi diventato protagonista di un racconto più lungo, Ossessione, scritto per il concorso "Light vs Dark" del forum Writer's Dream - che peraltro ha vinto - e infine è tra i protagonisti del romanzo Riflessi d'Ombra, che riprende anche i luoghi e molti tra i personaggi del Trittico: Amanda, Shim, Celen e altri.
    Al momento sono a circa un terzo della prima stesura di Anima Nera, un ulteriore romanzo che, oltre a riprendere le vicende dei personaggi dopo gli eventi di Riflessi d'Ombra, si riallaccia addirittura ad avvenimenti risalenti ai primissimi giorni della prima incarnazione di Anthuar, seguendone le ripercussioni attraverso il tempo fino al presente.

    Anthuar è al centro di ogni cosa che scrivi?
    No, in realtà la maggior parte dei miei scritti sono di altra natura, anche se sto tentando di focalizzarmi di più su Anthuar ultimamente.

    Per quanto riguarda il libro penso che abbiamo affrontato abbastanza a fondo l'argomento, vuoi aggiungere qualcosa?
    In effetti credo di aver detto tutto quello che si poteva dire senza mettersi a raccontare le trame.

    Altro tema: come hai fatto a contattare il tuo editore? In che modo sei riuscito ad arrivare alla pubblicazione?
    Che riscontri hai, come si sta muovendo la tua creatura?
    Trittico Oscuro è nato come autopubblicazione su Lulu.com. Quando ho finito il tutto ho deciso che l'avrei fatto pubblicare perché proprio in quel periodo cadeva il decennale del gioco e volevo regalarlo a chi avrebbe partecipato di persona al piccolo raduno di giocatori organizzato per l'occasione.
    Ho avuto l'occasione di farlo ripubblicare "ufficialmente" grazie a un offerta che la casa editrice 0111 aveva fatto a un gruppo di autori Lulu partecipanti a un social network non ufficiale, ma in realtà ho deciso di farlo solo dopo che il romanzo vero e proprio, Riflessi d'Ombra, era stato scelto proprio da quest'ultima casa editrice per la pubblicazione.
    L'editore l'ho conosciuto attraverso alcuni autori che già vi lavoravano e tramite il forum Writer's Dream (adesso tra loro corre una brutta aria per quello che secondo me è essenzialmente un grosso equivoco, ma allora erano in buoni rapporti). Per il resto ho semplicemente mandato loro il mio romanzo via e-mail attraverso il loro sito... e ho aspettato.

    Il tuo blog: mondo reale, sfogo, o culla?
    Se dipendesse da me avrei un blog per ognuna delle mie famigerate personalità multiple. Al momento comunque mi accontento di averne due. Il primo, che aggiorno un po' più spesso, è quello dove scrivo un po' di tutto, da cronache di giornate particolari a piccoli eventi a recensioni dei film orribili che per qualche ragione sembro riuscire a individuare col minimo sforzo - più raramente anche di qualche libro, ma in genere quelle le tengo su Anobii.
    Il secondo, che sto un po' trascurando di questi tempi, è una piccola raccolta dei miei brevissimi racconti tra l'assurdo e il surreale, almeno di quelli che non ho utilizzato per qualche concorso o altro. Se qualcuno ha voglia di leggerli li trova a http://deliriletterari.blogspot.com Commenti e insulti sono sempre graditi (sì, anche gli insulti, tanto so bene che sono la prima reazione spontanea ad alcuni dei miei scritti...)

    Ma quindi, perché un blog?
    È una domanda che mi sono sempre fatto anche io... Il blog dei racconti è nato - per secondo - perché avevo voglia di farli leggere e mi seccava tenerli abbandonati sul mio PC. In quanto al primo, se mai capirò perché l'ho aperto farò un annuncio ufficiale a blog unificati.

    Vorrei chiederti un'ultima cosa: che tipo di lettore sei? Cosa ti piace leggere, quanto tempo dedichi alla lettura?
    Sono un lettore abbastanza onnivoro, anche se preferibilmente leggo horror e fantasy, con una sana aggiunta di fantascienza e thriller. In particolare adoro Dean Koontz e Terry Pratchett.
    Purtroppo non dedico alla lettura tutto il tempo che vorrei, in genere riesco a leggere poco più di un'ora al giorno, soprattutto durante la pausa pranzo in ufficio, con poche eccezioni. D'altro canto ho la fortuna di essere un lettore abbastanza rapido, perciò riesco comunque a tenere una media di 3-4 libri al mese senza contare fumetti e altro.
    Ah, e leggo soprattutto in inglese, quando mi è possibile.



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    Raccolta da Yelena a Luglio 2010
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    Intervista a Giordano Criscuolo

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    Ecco finalmente la nostra prima intervista! Il colloquio si è svolto inizialmente su Facebook e poi via email. Giordano è stato estremamente gentile e ha risposto a tutte (ma proprio tutte!) le nostre estenuanti domande!


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    Innanzi tutto: ti va di farci una breve introduzione ai tuoi libri? Qual è il contesto in cui sono nati, cosa ti ha spinto a mettere nero su bianco queste storie?
    So che potrà sembrare assurdo ma non amo discutere dei miei romanzi, del resto quelle storie le ho scritte proprio per non parlarne. Frank Zappa diceva che parlare di musica è come ballare di architettura... beh, credo che lo stesso discorso valga per i libri.
    "Le parole che non scrivo", il primo romanzo della "Trilogia d'amore e chitarre distorte", è nato dall'esigenza personale di sputare fuori le dolci e terribili sensazioni di un amore adolescenziale che, a 22 anni ancora portavo dentro. In quelle pagine c'è qualcosa del mio passato.

    Ppotremmo dire che queste storie siano autoreferenziali - non hanno bisogno di una presentazione, di tanti giri di parole. Eppure ci sono molte persone a cui il tuo romanzo non è piaciuto, non pensi che forse servirebbe un "disclaimer"?

    Quello di piacere a un sacco di gente è un problema che non mi sono mai posto. L'arte nasce prima di tutto come esigenza personale: sfornare un prodotto che piaccia a tutti può interessare ai tipi del Mulino Bianco non agli scrittori, ai musicisti, ai pittori, agli scultori, ecc. Del resto credo che meccanismi del genere siano perversi e nuocciano alla salute. Durante il concertone del 1° Maggio a Roma del 2009, i fans di Vasco Rossi hanno fischiato gli Afterhours e la PFM. Che a me "fischino" i fans di Moccia, sinceramente, importa pochissimo. Anzi, forse è proprio quello che cerco e che sicuramente cercano i miei lettori e la loro ben definita personalità. Io non venderò mai un milione di copie, lo so e mi sta bene così.

    Nella tua mente quindi hai già un “lettore tipo”... Chi è?

    Grazie a MySpace sono riuscito a far leggere i miei romanzi a circa 2000 persone e grazie a Facebook sono quotidianamente in contatto con alcuni di loro. Beh, non potrei desiderare di meglio. Sono fantastici, quasi tutti rockettari (ma non sempre) e usano spesso le parolacce; molti di loro suonano in una band, si ubriacano il sabato sera e quando ci incontriamo in chat sembriamo amici di vecchia data; leggono un sacco di libri, hanno sulle palle Gigi d'Alessio e i Take That (ma ancora suonano 'sti tizi? Boh...), vanno ai concerti, organizzano presentazioni di libri e mi invitano e mi fanno ubriacare. Ma soprattutto amano. L'amore è la cosa più Rock del mondo (e i rockettari - ma non ditelo in giro - sono i romantici per eccellenza).

    Su questo mi trovi assolutamente d'accordo. Non voglio generalizzare, ma spesso c'è realmente una profondità diversa. A cosa pensi sia dovuto?

    Nella letteratura i grandi romantici sono stati dipinti spesso come rivoluzionari scapigliati e attualmente chi lo è di più di coloro che hanno ancora la voglia di ascoltare del buon Rock And Roll? Il Rock non ha ancora perso (e non credo succederà) la sua buona carica rivoluzionaria...

    Stai forse incitando torme di ragazzini a continuare a credere nella musica come arma di distruzione di massa? :D

    Esattamente il contrario: la musica come arma di costruzione di massa.

    Una cosa a cui a dire il vero hai già risposto, ma che vorrei riproporre. i temi che tratti sono molto adolescenziali, illusioni "da teenager", sogni e poesie generalmente rimangono al liceo, così come le cover band. Manuel invece è un po' avanti con l'età... È una scelta voluta o "una svista"?

    I protagonisti dei miei tre romanzi (Le Parole Che Non Scrivo, Come Su Un Solco Di Morrison Hotel e 1000 Anni Con Elide), pur avendo sempre un'età che va dai 24 ai 28 anni, si muovono e agiscono come degli adolescenti. Ovviamente lo scrittore sono io e loro, burattini vivi, fanno ciò che sussurro dall'alto della mia "torre eburnea". Si tratta di romanzi, di prodotti artistici: non possiamo chiedere a Zio Paperone di rinchiudersi definitivamente in una pensione per vecchietti e rinunciare alle sue spericolate avventure. Zio Paperone se ne frega della sua età. Del resto, come cantava anche Guccini, gli eroi son sempre giovani e belli.

    Quanto di te c'è nei sogni di questi adolescenti cresciuti?

    Non bisogna mai smettere di sognare: i sogni dei protagonisti sono i miei e viceversa. Tutta la vita è un inseguimento costante dei sogni, dal più piccolo (comprare un pacco di chewingum, per esempio) al più grande. Poi c'è chi crede di non averne, ma questo è un altro discorso.

    E tu, sei ancora un sognatore?

    Sono un sognatore in tutte le sue accezioni: sogno mondi fantastici guardando un vecchio cartoon della Disney, sogno di realizzare i miei progetti impegnandomi al massimo, sogno guardando un cielo di notte.

    Toffolo prendeva in giro le sue adolescenti dicendo che "credevano ancora ai cantanti", tu hai smesso di credere nel potere della musica, o è ancora una via di salvezza e redenzione?

    Qualche tempo fa ho visto un bellissimo servizio su Pierpaolo Capovilla (leader de Il Teatro Degli Orrori). A un certo punto affermava convinto che la musica salverà il mondo. Per me l'arte lo ha già salvato un miliardo di volte: sempre a pezzi, tutti i giorni. Solo che ne siamo talmente assuefatti che non ce ne accorgiamo.

    Realtà e illusione, sogni e veglia. Quanto conta non realizzare i propri sogni? Vale la pena rischiare?

    Certo che si, bisogna lottare con tutte le proprie forze per realizzare i sogni, non possiamo rischiare di non averci nemmeno tentato. Ecco, questo è il vero rischio: restare immobili.

    Quando ho letto il tuo libro ho pensato con amarezza che il gioco non era valso la candela. Manuel, volendo "concretizzare" il suo ideale, l'ha banalizzato, perché Lei non era all'altezza dell'idea che lui aveva creato intorno alla sua figura. Eppure, nonostante le paranoie, ha deciso di provare davvero. Tu? Cosa mi dici di questo?

    Mi ricollego alla risposta di sopra: Manuel non sarebbe mai restato lì a guardare, questa storia doveva finire, in qualunque modo - positivo o negativo - ma doveva finire. Ancora non credo che Manuel, concretizzandolo, abbia banalizzato il suo ideale, semmai è il contrario: il suo ideale, concretizzandosi, si è scoperto banale.

    Come “incontri” i tuoi personaggi, come li riconosci?

    Beh, è semplice. Chiudo gli occhi e quando intravedo a mo' di trip un po' di gente che beve, dice parolacce, ascolta Rock e si innamora mi dico: "ecco, questi sono loro". Ovviamente facciò un po' di selezione. Gli antipatici, per esempio, li scarto o me li conservo per farli morire un domani in un improbabile thriller sanguinoso e sanguinario. Eh, gli scrittori devono essere anche cattivissimi a volte...

    Mi sembra giusto! Ma non rischi che i personaggi “buoni” finiscano per assomigliarsi troppo? E quanto assomigliano a te, o al tuo ideale di te stesso?

    Ripeto, trattandosi di una Trilogia i personaggi dei diversi romanzi possono essere visti come un unico protagonista fotografato in periodi diversi della sua vita. Ovviamente, analizzandoli da un punto di vista empatico, ci si accorge che sono tutti diversi, non si spiegherebbe perché alcuni lettori si affezionano più a Tizio piuttosto che a Caio (ps. amo Tizio e Caio). Non ho ideali di me stesso (ho i sogni di me stesso, ma è diverso) e ognuno dei miei protagonisti somiglia tantissimo a una parte di me.

    Quando ti metti a scrivere, quindi, non hai già chiaro in mente quello che succederà, ma sono i personaggi a scriversi le loro storie. La finzione narrativa regge fin tanto che non viene messa in discussione dalla realtà?

    Quando scrivo un romanzo non so mai cosa succederà alla pagina successiva, sono un semplice lettore che si chiede continuamente: come andrà a finire? Sono i personaggi a dirigermi: Manuel, Cristiano, Giostrammer, Elide, per esempio. Anzi, diciamolo pure, fanno davvero cosa vogliono. Io li assecondo, divertendomi o piangendo per le cose che accadono e, di conseguenza, non so mai quando inizia e quando finisce la finzione narrativa.

    Vorresti farci credere che a volte anche tu rimani sorpreso dalla piega che prende una storia?

    Posso dirti solo che ho pianto come un bambino quando è morto XXXXX (non dirò mai il nome perché rovinerei di molto il romanzo. E non dico nemmeno il titolo del romanzo, ovviamente...). E anche quando Cristiano ha scritto l'ultima lettera a Giovanni. Ripeto: fanno che cazzo vogliono questi qua. Alla fine io sono solo un "umile narratore delle loro storie scapigliate".

    Come hai scoperto questa tua vena di narratore?

    E' stato tutto naturale. L'arte non è mai né una scoperta e né un invenzione, è un qualcosa che portiamo dentro da sempre e che poi, all'improvviso, sale a galla.

    Quindi è più una vocazione, che una scelta.... Non hai seguito corsi di scrittura o altro, ne deduco. Allora devi leggere molto. Fammi qualche nome!

    I corsi di scrittura sono una presa per il culo. Per lo scrittore equivalgono a una scuola di respiro (c'è bisogno di una scuola per saperlo fare?) ma oggi come oggi ci si inventa di tutto per racimolare qualche spicciolo... Romanzi come Frankenstein, Cristo si è Fermato a Eboli, La Svastica sul Sole, Il Sentiero dei Nidi di Ragno, Il Monaco e autori come Edgar Alla Poe, Charles Bukowski, Italo Svevo e Iginio Ugo Tarchetti sono tra le cose più bella che la vita abbia potuto donarmi.

    Più su noto un titolo dei Verdena. Volevo affrontare dopo questo argomento, ma già che ci siamo.... Parliamo un po' di musica.
    Anni '90, Italia: cosa salvi? A parte Agnelli, Godano e Ferretti, intendo ;)

    Negli anni 90 De Andrè ha pubblicato uno dei più grandi dischi di tutti i tempi: Anime Salve. Battiato ci ha cantato La Cura, Guccini ci ha cantato Cirano. Ci sarebbe da riflettere un po', rovistare tra le vecchie "cassette" e mettere in ordine i ricordi. Comunque qualcosa di bello, negli anni 90, è uscito anche dallo stivale.

    Rock e pop, una distinzione molto netta, ma davvero nella vita reale è così?
    No. Si tratta di un espediente letterario che tale deve restare. Le distinzioni si fanno per gioco, solo gli idioti le fanno sul serio.

    Concludo inserendo l'ultimo spunto. Sparami 5 gruppi fondamentali per te [potrei indovinarli: Mothers of invention, Pearl Jam, Alice in Chains, Nirvana e Clash, ci ho preso?].
    E' dura farlo, ma se dovessi sparare 5 band per me fondamentali queste sarebbero gli Who (per me la più grand rock band di tutti i tempi), gli Afterhours (mi hanno dato troppo per non metterli in lista), i Nirvana (loro mi hanno iniziato...), Rino Gaetano (non metterlo tra i 5 mi darebbe immensi rimorsi) e... boh, come quinta band mi lascio aperte un altra decina di possibilità così non mi sporco del tutto la coscienza (guardo i gruppi da te citati e già sto male per averli lasciati fuori...). Che domandone, ora si che mi hai fatto sudare..

    Ti concedo tutto lo spazio che vuoi, riprova
    Così va meglio. Dunque chiudendo gli occhi mi danzano avanti questi nomi: Velvet Underground, The Doors, The Clash, Ramones, The Cure, Pearl Jam, Smashing Pumpkins (per me "Mellon Collie and the Infinite Sadness" è forse il disco più bello degli anni 90), Metallica, Iron Maiden, Helloween, Manowar, led Zeppelin, Deep Purple, David Bowie, Lou Reed, Bob Dylan, Bush, Ac/Dc, Aerosmith e in Italia Fabrizio De Andrè, Francesco Guccini, Pierangelo Bertoli, Giorgio Gaber, Franco Battiato, CCCP, Marlene Kuntz, Verdena, i primi Litfiba, Paolo Conte, 24 Grana, Baustelle, Il Teattro Degli Orrori, Eugenio Bennato.
    Se io oggi sono così è colpa loro, non prendetevela con me.



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    Raccolta da Yelena a Giugno 2010
    qui potete leggere la versione integrale e non editata, chiedete il permesso per visualizzarla


    Edited by Yelena‚ - 17/9/2010, 08:56
  8. .
    Il libro che Altrove propone per Settembre è Carrie, di S. King.
    Potete venire a proporre il libro per la lettura di Ottobre!
  9. .
    "Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano."

    "Non si vede bene che col cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi."


    "Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!" E rise ancora. "E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra, così, per il piacere... E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai: "Sì, le stelle mi fanno sempre ridere!" e ti crederanno pazzo. "T'avrò fatto un brutto scherzo..." E rise ancora. "Sarà come se t'avessi dato, invece delle stelle, mucchi di sonagli che sanno ridere..."


    Se vuoi un amico, addomesticami.



    Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo e io sarò per te unica al mondo.

    Un giorno ho visto il sole tramontare quarantatré volte!
    E più tardi hai soggiunto:
    "Sai... quando si è molto tristi si amano i tramonti..."
    "Il giorno delle quarantatré volte eri tanto triste?"
    Ma il piccolo principe non rispose.


    È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.


    Solo i bambini sanno quello che cercano. Perdono tempo per una bambola di pezza e lei diventa così importante che, se gli viene tolta, piangono.

    Ho sempre amato il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende in silenzio...



    Da Il piccolo principe

    Edited by Kiby89 - 19/2/2011, 16:39
  10. .
    Colui che è saggio, lo è soltanto perché ama. E colui che è sciocco, lo è solamente perché pensa di poter capire l'amore.

    "Il vero io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te."

    "Cos'ha a vedere la magia con la Chiesa cattolica?". Petrus pronunciò soltanto una parola: "Tutto".

    Cogli ogni opportunità che la vita ti dà, perché, se te la lasci sfuggire, ci vorrà molto tempo prima che si ripresenti.

    Tu non sei quello che sembri nei momenti di tristezza. Sei molto di più.

    Quando non ho avuto più niente da perdere, ho ottenuto tutto. Quando ho cessato di essere chi ero, ho ritrovato me stesso. Quando ho conosciuto l'umiliazione ma ho continuato a camminare, ho capito che ero libero di scegliere il mio destino.

    I sogni richiedono fatica

    Possa l'amore essere la tua guida in ogni momento della tua vit

    "Sembra che tutti abbiano l'idea esatta di come dobbiamo vivere la nostra vita. E non sanno mai come devono vivere la loro."

    Soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire.

    Il desiderio non è ciò che vedi ma quello che immagini.

    Non si apprende niente di quanto ti viene raccontato, devi scoprirlo da solo.

    Nessuno può giudicare. Ciascuno conosce la grandezza della propria sofferenza o la dimensione della totale mancanza di significato della propria vita.


    Non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato, il mondo non si ferma aspettando che tu lo ripari.

    i sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero

    Chi entra nel deserto non può tornare indietro. Quando non si può tornare indietro, bisogna soltanto preoccuparsi del modo migliore per avanzare.

    Ho imparato che il mondo possiede un'Anima, e chi riesce a comprendere quest'Anima riuscirà a comprendere il linguaggio delle cose.

    Nessun giorno è uguale all'altro, ogni mattina porta con sé un particolare miracolo, il proprio momento magico, nel quale i vecchi universi vengono distrutti e si creano nuove stelle.

    Se un giorno tornerai, sappi che ti sto aspettando. Ho perso l'occasione di dirti una cosa molto semplice: ti amo. Forse è tardi, ma voglio che tu lo sappia.
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    "E, poiché sola nell'universo la poesia è verità, quegli che sa contemplarla e attrarla in sé con le virtù del pensiero, quegli è presso a conoscere il segreto della vittoria su la vita."
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    "La verità come la luce acceca. La menzogna, invece, è un bel crepuscolo, che mette in valore tutti gli oggetti."

    Come rimedio alla vita di società suggerirei la grande città. Ai giorni nostri, è l'unico deserto alla portata dei nostri mezzi.

    "L'assurdo nasce dal confronto fra la domanda dell'uomo e l'irragionevole silenzio del mondo."

    Dando troppa importanza alle buone azioni, si finisce col rendere un omaggio indiretto al male: allora, infatti, si lascia supporre che le buone azioni non hanno pregio che in quanto sono rare e che la malvagità e l'indifferenza determinano assai frequentemente le azioni degli uomini.


    Lo straniero:
    "Non hai dunque nessuna speranza e vivi pensando che morirai tutt'intiero?". "Sì", gli ho risposto.
    Allora ha abbassato la testa e si è rimesso a sedere. Mi ha detto che aveva pietà di me. Non credeva che un uomo potesse sopportare una simile cosa. Quanto a me, ho sentito soltanto che cominciavo ad annoiarmi.


    Secondo lui la giustizia degli uomini non era nulla e la giustizia di Dio era tutto. Gli ho fatto notare che era la prima che mi aveva condannato.
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    Ogni vero dolore viene scritto su lastre di una sostanza misteriosa al paragone della quale il granito è burro. E non basta una eternità per cancellarlo

    Nel sogno c'è sempre qualcosa di assurdo e confuso, non ci si libera mai della vaga sensazione ch'è tutto falso, che un bel momento ci si dovrà svegliare.
    (Il deserto dei tartari)

    La donna, forse a motivo dell'educazione familiare, gli era parsa sempre una creatura straniera, con una donna non era mai riuscito ad avere la confidenza che aveva con gli amici. La donna era sempre per lui la creatura di un altro mondo, vagamente superiore e indecifrabile.
    (un amore)

    Perché le differenze continuano a esistere finché noi viviamo parliamo vestiamo, ciascuno recitando la sua bella commedia, poi basta: poi tutti uguali nell'identica positura della morte, così semplice, così confacente ai requisiti dell'eternità.

    E di innumerevoli afflizioni è generoso il mondo, ma i morsi dell'invidia sono tra le ferite più sanguinose, profonde, difficili, da rimarginare e complessivamente degne di pietà.


    Niente? Proprio niente rimane. Di mia mamma non esiste più nulla? Chissà. Di quando in quando, specialmente nel pomeriggio, se mi trovo solo, provo una sensazione strana. Come se qualcosa entrasse in me che pochi istanti prima non c'era, come se mi abitasse un'esistenza indefinibile, non mia eppure immensamente mia, e io non fossi più solo, ed ogni mio gesto, ogni parola avesse come testimone un misterioso spirito. Lei!
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    "Voi avete dei cattivi ricordi, dottore. E dei cattivi ricordi guastano la vita. "é una cattiva vita, Marie, che guasta i ricordi."

    Sai cos'è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise, ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla, un'orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte. La marea nasconde. È come se non fosse mai passato nessuno. È come se noi non fossimo mai esistiti. Se c'è un luogo, al mondo, in cui puoi pensare di essere nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera. È tempo. Tempo che passa. E basta.


    "Ogni tanto mi chiedo cosa mai stiamo aspettando." (silenzio) "Che sia troppo tardi, madame".

    Succede. Uno si fa dei sogni, roba sua, intima, e poi la vita non ci sta a giocarci insieme, e te li smonta, un attimo, una frase, e tutto si disfa. Succede. Mica per altro che vivere è un mestiere gramo. Tocca rassegnarsi. Non ha gratitudine, la vita, se capite cosa voglio dire.


    Davvero ci sono momenti in cui l'onnipresente e logica rete delle sequenze causali si arrende, colta di sorpresa dalla vita, e scende in platea, mescolandosi tra il pubblico, per lasciare che sul palco, sotto le luci della libertà vertiginosa e improvvisa, una mano invisibile peschi nell'infinito grembo del possibile e tra milioni di cose, una sola ne lasci accadere.


    Quando facevo i ritratti alla gente iniziavo dagli occhi. Li studiavo per minuti e minuti, li abbozzavo con la matita e quello era il segreto perché una volta che voi avete disegnato gli occhi.. Succede che tutto il resto viene da sé, è come se tutti gli altri pezzi scivolassero da soli intorno a quel punto iniziale [...] il problema è: dove cavolo sono gli occhi del mare?


    La sconcertante scoperta di quanto sia silenzioso, il destino, quando, d'un tratto, esplode.


    Da Oceano mare

    Edited by Kiby89 - 18/2/2011, 15:15
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    "Il destino fa fuoco con la legna che c'è.
    (castelli di rabbia)

    Ci disarma, infatti, l'inclinazione a pensare che la nostra vita sia, innanzitutto, un frammento conclusivo della vita dei nostri genitori, solo affidato alla nostra cura.
    (emmaus)

    Com'era la fine del mondo?– Gli chiese Baldabiou –Invisibile.
    (seta)


    Cos'era? Non lo so. Quando non sai cos'è, allora è Jazz.
    -Novecento-

    Un'altra vita, saremo onesti. Saremo capaci di tacere.
    (city)


    Le idee, se sono allo stato puro, sono un meraviglioso casino: apparizioni provvisorie di infinito


    La medietà è veloce. Il genio è lento. Nella medietà il sistema trova una circolazione rapida delle idee e dei gesti: nel genio, nella profondità dell'individuo più nobile, quel ritmo è spezzato. Un cervello semplice trasmette messsaggi più velocemente, un cervello complesso li rallenta.


    Era d'altronde uno che amava assistere alla propria vita, ritenendo impropria qualsiasi ambizione a viverla.

    – Devo comunicarvi una cosa molto importante, monsieur. Facciamo tutti schifo. Siamo tutti meravigliosi, e facciamo tutti schifo.
    (seta)

    Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde. (castelli di rabbia)

    La realtà ha una coerenza, illogica ma effettiva.

    E allora... quello, esattamente quello, finalmente, io lo so, sarà il posto in cui dovevo arrivare. Da lontano, da dovunque, io non ho fatto che camminare verso quel punto esatto, quel metro quadrato di legno posato sul fondo di un immenso bicchiere di vetro. Lì, quel giorno, io sarò arrivato alla fine del mio cammino. Dopo... tutto quello che accadrà dopo... non conterà più niente.
    (castelli di rabbia)

    È una cosa strana. Quando ti accade di vedere il posto dove saresti salvo, sei sempre lì che lo guardi da fuori. Non ci sei mai dentro. È il tuo posto, ma tu non ci sei mai.
    (city)

    Non per altro: ma è sempre un qualche meraviglioso silenzio che porge alla vita il minuscolo o enorme boato di ciò che poi diventerà inamovibile ricordo.
    (castelli di rabbia)


    Stava lì, come una candela accesa in un granaio che brucia.
    (castelli di rabbia)


    Voleva rispondergli un sacco di cose, la vedova Abegg. Ma quando ti viene quella voglia di piangere pazzesca, che proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare, allora non c'è verso di spiaccicare una sola parola, non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto dentro, ingoiato da quei dannati singhiozzi, naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime. Maledizione. Con tutto quello che uno vorrebbe dire... E invece niente, non esce fuori niente. Si può esser fatti peggio di così?
    (castelli di rabbia)

    Rubi minuti alla sera. Li chiami: "Vita". Respiri.
    (city)

    Lasciarono la villa con rimpianto, giacché avevano sentito lieve, tra quelle mura, la sorte di amarsi.
    (seta)

    Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla.
    (Novecento)
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