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Titolo: Le tre stimmate di Palmer Eldricht
Autore: Philip K. Dick
Anno: 1965
Editore: Fanucci
Pagine: 281
Descrizione:Scritto nel 1964 e pubblicato nel 1965 dalla Doubleday, "Le tre stimmate di Palmer Eldritch" è stato osannato come un grande romanzo psichedelico, una navigazione allucinata in un mondo surreale creato dalla droga e dominato dall'inquietante figura di un mostruoso imprenditore-spacciatore, non del tutto umano e forse strumento di un'oscura divinità. Ma dietro la storia di una delle più originali invasioni aliene mai raccontate (e di conquista dello spazio interiore più che di quello esterno) si nascondono diversi livelli di lettura, dove la provocatoria meditazione teologica va a braccetto con la denuncia politica e sociale. Palmer Eldritch, produttore e spacciatore del Chew-Z, è forse un abominevole Cristo negativo, forse personificazione di una Tecnica che tutto vede, afferra e mastica; ma forse è solo una povera vittima, un uomo qualunque...
Droghe illegali, stimmate divine, tesi gnostiche, Barbie Dolls, "Palmer Eldritch" è tutto questo e in più una grandiosa storia di invasione della Terra.
~ Leggi la scheda approfondita
Cosa vuoi aspettarti da Dick, se non un romanzo allucinato, dove dopo le prime trenta pagine già fai fatica a ricordarti quale è la realtà e quale no, e una volta concluso ti arrabbi perché pensavi di essere riuscito a distinguerle. Come con ogni sua opera, sei convinto che dopo la conclusione debba esserci un altro capitolo, solo poche pagine per darti qualche riferimento in più. Invece non c'è nulla, e tu devi arrangiarti con quello che hai. E il problema è che non è poco. Alla seconda lettura già si capiscono (o si crede di capire) molte più cose.
Edited by °Ln - 28/1/2013, 16:24. -
asimov83.
User deleted
Sì la trama è davvero contorta... però dai è un gran bel libro... . -
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Un libro che mi è piaciuto tantissimo, ricordo che lo cercai tantissimo perché collegato a un altro libro, a sua volta connesso al CAN-D e al mondo di Perky Pat ma adesso non riesco più a ricordare cosa fosse...
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.Sì la trama è davvero contorta... però dai è un gran bel libro...
No, non era affatto una critica. Era solo per illustrare le caratteristiche del libro.. -
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Come al solito Dick riesce ad affascinarmi con le sue infinite variazioni sul tema. La percezione e l'esperienza della realtà, di cui si confondono in continuazione i confini durante questa lettura, l'influenza del "sacro" sull'esistenza e viceversa, la solitudine dell'uomo e delle sue banali necessità e come questa si riverbera sui diversi esseri viventi e in diverse situazioni, l'inconsistenza del tentativo di fuga dalla realtà come risposta alla sofferenza.
Amo particolarmente poi la struttura "a domande" di Dick. Non fornisce mai risposte, ma solo quesiti che generano altri quesiti, una sorta di consapevolezza dell'inconsistenza, della parzialità (e dell'incapacità di sopravvivere alla storia e al progresso della conoscenza) di qualsiasi verità acquisita.
Una specie di sforzo, necessariamente vano, di ingabbiare un principio dell'evoluzione in un romanzo. Come se PKD ponesse in essere un tentativo continuo di dare una forma duratura a uno sbuffo di fumo, consapevole dell'impossibilità del suo tentativo..