Flatlandia

~ Edwin A. Abbott

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    flatlandia
    Titolo: Flatlandia
    Autore: Edwin A. Abbott
    Anno 1ª ed. originale:1884
    IBS
    "Flatlandia" è stato pubblicato anonimo nel 1882. Abbott vuole spiegare la natura delle tre dimensioni che conosciamo, in modo da prepararci all'eventualità di una quarta dimensione, ancora sconosciuta. Così immagina un mondo a due dimensioni, Flatlandia, dove la terza dimensione è inconcepibile. Ma che cosa succede se un abitante di Flatlandia si rende conto che un'altra dimensione è, non solo concepibile, ma addirittura esistente? Al suo primo apparire, l'opera di Abbott non riscosse particolare attenzione. Ma è nel 1920, nel secolo di Einstein, che inizia ad attirare l'interesse di molti per l'evidente analogia con lo sforzo di comprensione che la teoria einsteiniana portava con sé. Come è noto, infatti, la teoria della relatività aggiunge una quarta dimensione, il tempo. Da allora questo libro è diventato un classico della letteratura, contaminata con la scienza. Prefazione di Claudio Bartocci.


    http://it.wikipedia.org/wiki/Flatlandia
    CITAZIONE
    Flatlandia: Racconto fantastico a più dimensioni è un classico del XIX secolo scritto da Edwin Abbott Abbott. Il racconto appartiene al genere fantastico e racconta la vita di un abitante di un ipotetico universo bidimensionale che entra in contatto con l'abitante di un universo tridimensionale. È un racconto molto popolare tra gli studenti di matematica e più in generale tra gli studenti di facoltà scientifiche, perché affronta da un punto di vista molto originale il concetto di un mondo a più dimensioni.
    Dal punto di vista letterario è famoso anche per essere una satira della società vittoriana, mentre filosoficamente critica il riduzionismo positivista.

    Trama

    Il racconto è diviso in due parti. Nella prima parte il narratore descrive brevemente il mondo di Flatlandia. Questo è un mondo bidimensionale (flat in inglese significa piatto) e gli abitanti di questo mondo sono delle figure geometriche che si muovono su un piano che per loro è l'universo. Il narratore è uno degli abitanti, e nella fattispecie è un quadrato.
    Nella seconda parte del racconto il quadrato racconta il suo incontro con una sfera proveniente da Spacelandia (il mondo a tre dimensioni) che lo illumina sulla presenza della terza dimensione. In seguito il quadrato racconta di come gli abitanti di Flatlandia abbiano reagito al suo tentativo di illustrare la presenza di una terza dimensione.
    Come si è detto, il racconto è una satira della società dell'autore, infatti in Flatlandia la società è rigidamente divisa in gerarchie e la suddivisione si basa sull'aspetto fisico. Nello specifico, sul numero di lati che formano le figure.
    Nel mondo di Flatlandia un maggior numero di lati (o meglio, un angolo più largo) viene associato a maggior intelligenza e quindi a scuole migliori e in seguito a lavori migliori e di maggior responsabilità. In questo mondo ogni individuo può sperare in un'ascesa sociale sua o eventualmente della sua prole, anche se in realtà solo un ridottissimo numero di individui riesce a migliorare la propria posizione sociale.
    La remota possibilità d'elevazione sociale viene utilizzata dalla classe dominante per mantenere pacifico il popolo e in caso di rivolte l'elevazione di classe viene utilizzata per allettare i capi delle rivolte e quindi per far fallire tutte le rivolte in Flatlandia. Uno speciale spazio viene riservato alle donne che in quell'universo sono delle linee e quindi, essendo dotate solo di due lati e di un angolo pressoché zero, sono assimilate a dei bambini che vanno perennemente protetti dal mondo esterno.
    La condizione delle donne in Flatlandia ha provocato delle accuse di misoginia contro l'autore, anche se in realtà l'autore voleva solo far riflettere il lettore sulla condizione della donna e non voleva esprimere delle opinioni personali o degli auguri su come sarebbe dovuta essere impostata la sua società.
    Il protagonista nel racconto non si ferma ad un mondo a tre dimensioni, e, riprendendo gli allora recenti lavori di Riemann, teorizza mondi a più dimensioni che aspettano solo di essere scoperti con gli occhi della mente. Questa parte del racconto acquista connotazioni inaspettate dopo la scoperta della relatività da parte di Einstein e rappresenta uno dei passaggi più divertenti del racconto.
    Infatti, pur avendo la sfera iniziato il quadrato al mondo delle tre dimensioni, quando il quadrato congettura la presenza di mondi con quattro, cinque, sei, ecc. dimensioni, la sfera lo zittisce affermando che il mondo ha solo tre dimensioni e non ne può avere più di tre. Quindi il maestro si dimostra più miope dell'allievo e non riesce ad elevare la sua mente oltre i suoi sensi in un primo momento. Nonostante questo, in un secondo momento gli appare nuovamente affermando che effettivamente è possibile proseguire all'infinito nella ricerca di altre dimensioni.

    Contestualizzazione
    È difficile attribuire a Flatlandia un genere preciso.
    Alcuni vedono nel libro un intento dissacratorio nei confronti della società vittoriana, le cui ridicole convenzioni sociali sono esorcizzate attraverso la descrizione del sistema delle caste di Flatlandia: le donne sono semplici linee prive di posizione sociale, gli uomini sono classificati in base al numero dei lati di cui sono costituiti.
    Va ricordato d'altro canto che Abbott, noto pedagogo, faceva parte di un gruppo di studiosi che proponeva di rinnovare l'esame di matematica per l'ammissione alle università britanniche, che a quel tempo imponeva di imparare lunghe dimostrazioni di geometria euclidea; nonostante il supporto di molti matematici e dell'opinione pubblica, i programmi tradizionali furono mantenuti ancora a lungo. L'opera può quindi essere considerata un esempio di pamphlet politico-pedagogico.
    Dal punto di vista letterario, Flatlandia può essere visto come un esempio ante litteram di romanzo distopico novecentesco. Ne è un sintomo la forte gerarchia sociale descritta dall'autore: il rango degli uomini dipende dal numero di lati; i soldati semplici sono triangoli isosceli con una piccola base ed un angolo al vertice assai acuto, i sacerdoti sono quasi dei circoli perfetti, le donne sono semplici segmenti e sono costrette per legge a muoversi sinuosamente per rendersi visibili e non costituire minaccia per gli uomini. Il protagonista, Quadrato, è inoltre imprigionato per eresia e pazzia, viene arrestato a causa delle sue convinzioni sulla terza dimensione e si rifiuta fino alla fine di accettare l'ideologia imposta dalle masse.
    Filosoficamente, infine, è stato interpretato come una critica che "prende di mira anche il riduzionismo positivista e il materialismo"[1].

    Qui trovate l'edizione in inglese: http://en.wikisource.org/wiki/Flatland
    CITAZIONE
    Voi, che avete la fortuna di avere tanto l'ombra che la luce, voi che avete due occhi dotati della conoscenza prospettica e allietati dal godimento dei vari colori, voi che potete "vederlo" per davvero, un angolo, e contemplare l'intiera circonferenza di un Circolo nella beata regione delle Tre Dimensioni... come potrò mai render chiara a voi l'estrema difficoltà che incontriamo noi, in Flatlandia, per riconoscere le nostre rispettive configurazioni?

    Non so come mi sia imbarcata in questa lettura, ma è davvero rivelatrice :uah:

    ~ Leggi la scheda approfondita
    Biblioteca Galattica


    Edited by °Ln - 18/2/2013, 15:45
     
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    L'ho letto qualche mese fa. Molto interessante anche se forse un po' troppo tecnico in alcune parti. Si vede che l'intento era quasi didattico (anche perché è chiaramente molto noioso se non interessati, quindi risponde perfettamente ai requisiti di un testo scolastico). Personalmente mi è piaciuto, l'ho vista come una rilettura geometrica del mito della caverna di Platone, decisamente intrigante. Ma capisco bene che possa risultare molto noioso (nonostante sia breve).
     
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    Credo di averla da qualche parte sul lettore...
     
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    A me personalmente sta piacendo, certo, è molto particolare e l'intento didattico è palese, però è divertente e per me che non ho mai studiato certe cose a livello un po' più approfondito è anche abbastanza illuminante!!
     
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    Beh, è geometria di base, eh, roba delle medie...
     
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    No, vabbè... non intendo linee, piani o solidi... ma in generale l'approccio alle dimensioni, ovvero l'idea della quarta dimensione... un ipersolido che nel nostro mondo a 3 dimensioni si manifesterebbe come una sfera sempre più grande man mano che attraversa il nostro spazio così come il quadrato è percepito come un punto che appare/scompare a linealandia e la sfera come un cerchio più grande - più piccolo a flatlandia.... non so se parlerà di questo quando il nostro quadrato approderà a spaziolandia, ma di sicuro i trip che mi ci sto facendo non sono pochi!
     
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    Quadrato o un cubo?
    Sembra interessante, chissà dove l'ho salvato...

    Per me la quarta dimensione è come l'ultimo esempio qui sotto... non facile da spiegare...



    ... o così...

     
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    letto lo scorso anno, ad esser sincero mi aspettavo di più, però c'è da dire che ormai il concetto cardine lo conoscevo, quindi probabilmente questo ha privato la mia lettura della scoperta di quello che in fondo il testo stesso rappresentava.
     
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  9. MagentaLips
     
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    Mi piacque molto quando lo lessi, almeno otto anni fa... fu il primo romanzo del genere che avvicinai, dove per "del genere" intendo romanzi con ribaltamenti di visione repentini, con eventi che ti costringono a rivedere sotto tutt'altra luce ciò che fino a quel momento hai dato per scontato e immobile. E da lì mi innamorai di questo modo di raccontare le cose ^^
    Però ho ancora il dubbio sul suo modo di vedere le donne... certo non mi dovrei stupire nel caso la sua visione fosse più vicina alla verità di quanto il suo sarcasmo faccia intendere, sarcasmo che poi è riservato a tutta la società, però mi urta lo stesso -.- per quanto fosse un uomo sicuramente acuto e il racconto molto intelligente, qualcosa mi fa pensare che l'autore non calcolasse molto le donne. D'altronde sarebbe molto in linea col pensiero dell'epoca.
     
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  10. asimov83
     
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    grandissima opera!!!!
    per me la parte migliore è quella del mondo a zero dimensioni... col monologo del Punto! hahaha

    La potete leggere nella scheda:

    http://fantabiblioteca.altervista.org/roma...flatlandia.html
     
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    Sembra particolarmente interessante e dato che amo l'Adelphi me lo segno subito per i prossimi acquisti!
     
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  12. ‘R-ƒräncës‚
     
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    CITAZIONE (absolute @ 24/1/2012, 11:48) 
    L'ho letto qualche mese fa. Molto interessante anche se forse un po' troppo tecnico in alcune parti. Si vede che l'intento era quasi didattico (anche perché è chiaramente molto noioso se non interessati, quindi risponde perfettamente ai requisiti di un testo scolastico). Personalmente mi è piaciuto, l'ho vista come una rilettura geometrica del mito della caverna di Platone, decisamente intrigante. Ma capisco bene che possa risultare molto noioso (nonostante sia breve).

    Quoto praticamente tutto il commento di Abso. Devo dire che l'ho trovato divertente, anche se forse sarebbe stato più carino leggerlo alle superiori, piuttosto che all'università. Però quando senti in sessione d'esame un prof che chiede "Lei ha presente Flatlandia? No perchè vorrei farle dimostrare questa cosa in dimensioni inferiori..." dici LOL :D
    Si sente comunque lo stile dell'epoca. A me ha ricordato molto Swift come stile.
     
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    Un trattato di matematica e geometria, travestito da satira sociale... o viceversa.
    Sotto pseudonimo e descrivendo le ferree regole di un mondo a due dimensioni, l'autore si prende gioco delle regole sociali dell'Inghilterra vittoriana, dalle rigide caste sociali alla posizione delle donne nella società.
    Nel frattempo mostra la visione ristretta di chi vive in un certo sistema, una ristrettezza di vedute che colpisce sia chi vive a livelli più bassi (gli abitanti del mondo a una dimensione non concepiscono altra vita oltre la loro, situazione portata all'eccesso dal solo abitante puntiforme dell'universo puntiforme), che gli abitanti dell'universo a due dimensioni (che segregano o uccidono chi osa parlare di altre realtà), che quelli a tre... che faticano a concepire una quarta dimensione o la relegano nel mondo dell'immaginazione.
    A seconda di come si considera lo scritto, si potrà essere soddisfatti da un lato o dall'altro della rappresentazione. Oppure trovare gradevole la satira e divertenti le spiegazioni matematiche.
    Mi chiedo cosa avrebbe scritto Abbot se fosse nato dopo la scoperta della fisica quantistica e la creazione di nuove regole matematiche e geometriche.
    Forse non avrebbe avuto tempo per la satira.



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    Anch'io l'ho trovata una lettura molto divertente: la parte migliore è secondo me il dialogo tra il buon Quadrato e il Monarca del regno unidimensionale.
    Sinceramente non ho ritrovato granché della critica sociale e della satira che gli si associano abitualmente. Mi sembra che Flatlandia sia un mondo che, più che i difetti, ricalca i pregi della società vittoriana (nell'accezione che avevano all'epoca): a me l'autore è sembrato estremamente compiaciuto nell'esporre come le donne-linee siano per natura inferiori agli uomini e creature stupide, ma anche nell'illustrare l'efficienza dell'eliminazione o condanna all'ergastolo delle figure irregolari che sono per natura portate a delinquere, evidente riferimento all'eugenetica a cui i vittoriani non erano estranei. Invece è molto chiara la condanna alla cecità di chi ignora di proposito ciò che non comprende e condanna qualunque interpretazione diversa dalla propria, come fanno i Cerchi in relazione alla Sfera.
    Ciò che mi lascia perplesso è il fatto che Abbott tiri in ballo le dimensioni superiori alla terza. Sebbene per tutto l'ultimo anno delle superiori la mia prof. di fisica abbia provato a spiegarmi come dovrei figurarmi queste dimensioni "extra" (a quanto pare la teoria delle superstringhe postula che ci siano ben 10 dimensioni spaziali!), a me sono sempre e solo sembrati degli esperimenti mentali, legati molto più alla matematica che al mondo fisico: quindi l'idea che un corpo tridimensionale aspiri a conoscere la quarta dimensione è per me meno efficace di un corpo bidimensionale che ha un'illuminazione e vede il mondo così come lo vediamo noi, in tre dimensioni.

    Edited by Erete - 31/12/2019, 19:38
     
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