Riccardo Bianco

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    Riccardo Bianco
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    Giovane scrittore di Pordenone, appassionato di giochi di ruolo, programamtore web nella vita reale.
    Autore di un libro, La tomba dei mutilati (narrazione di una estenuante quest a D&D) e una raccolta di racconti Un sogno lungo una vita, che speriamo di leggere presto.

    * Trovate più informazioni su di lui e i suoi lavori al sito: http://riccio.sebastian.it/?q=
    * La tomba dei mutilati su Altrove

    Edited by La Vita Altrove - 8/10/2010, 15:54
     
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    Intervista a Riccardo Bianco
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    Riccardo è stato il primo a rispondere con entusiasmo a questa iniziativa. Abbiamo parlato del suo primo libro, La tomba dei mutilati, e dei suoi progetti.... Buona lettura!


    Da dove ti è venuta l'idea del libro? Personalmente, come ti avevo già detto, l'ho trovato molto stile "gioco di ruolo"....
    Hai azzeccato, sono anni che giochiamo a D&D (adesso molto meno frequentemente, ma aspetto che la prole sia abbastanza grande per cominciare un nuovo ciclo, in cui magari i nostri vecchi personaggi e le loro gesta sono diventati leggenda e storia… ah! sarebbe bellissimo!). La storia raccontata ne “La Tomba dei Mutilati” prende spunto dall’ultima quest che abbiamo concluso, giusto in questo periodo stiamo giocando al proseguimento, che secondo i piani chiude la storia svelando i vari retroscena. Chiariamo, non è il semplice resoconto delle partite, più correttamente queste sono state il brodo primordiale da cui è nato il libro. Le vicende e i personaggi sono stati modificati pesantemente, quando scrivo devo tener conto di molti più fattori di quanto non faccia mentre gioco: ritmo tra descrizioni e azione, coerenza dei personaggi, fluidità nella lettura, contenuti universali. Ma non solo, tutti gli ingredienti devono essere dosati e posizionati con cura, altrimenti anche con le migliori materie prime la pietanza è pessima… un lavoraccio!
    Inoltre ho cercato di dare uno spessore ai personaggi, per renderli credibili e reali e non semplici stereotipi, per far questo basta guardarsi intorno e prendere nota, la vita è piena di spunti interessanti, anche per un sedentario come me.

    Ahah, allora ci avevo visto giusto!
    Dungeons & Dragons non lo conosco molto, ma è un capostipite del genere. Non hai paura che l'avventura possa risultare un po' fossilizzata nei ruoli del gioco? Certo, con il tuo "guardarti intorno" hai dato una psicologia ai personaggi, ma è il concetto di ruolo quello che vorrei sottolineare.
    Inoltre volevo chiederti: hai preso appunti durante le partite?Quanto ci hai messo a sviluppare tutta la storia? È stato difficile "skippare" dal resoconto di gioco al romanzo vero e proprio

    In realtà è proprio sul concetto di ruolo che ho puntato, i protagonisti hanno capito che nella vita non esistono spettatori, “ognuno sceglie la parte che vuole interpretare”, ed è per questo che sono gli eroi, loro hanno scelto il loro ruolo nella storia e si sforzano di essere coerenti con questa scelta. Il concetto di ruolo che voglio esprimere è molto più legato al concetto di responsabilità verso ciò che ci circonda, che al concetto di etichetta che ci viene appiccicata addosso o che ci auto appiccichiamo.
    Non ho preso appunti, lo scopo del gioco è divertirsi, non raccogliere materiale; inoltre se l’avventura mi ha così entusiasmato da spingermi a metterla nero su bianco, significa che mentre l’ho giocata, per certi versi, l’ho anche vissuta (è il punto di forza di ogni GdR) e non c’è il rischio che me la dimentichi nel giro di qualche mese. Per il travaso su carta sono occorsi nove mesi, ho calcolato una media di 2 ore ogni A4 scritto, un tempo spropositato dovuto a molti fattori, primo fra tutti l’obiettivo di fare un passo avanti rispetto alle storie che avevo già scritto, avvicinarmi il più possibile ad un prodotto professionale piuttosto che amatoriale. Mi auto impongo di non cominciare a scrivere finché nella mia testa non si compone la scena su cui sto lavorando, come se stessi guardando un film, dopo di che tutto il lavoro (le due ore di cui si parlava prima) riguarda il riuscire a descrivere con le parole le immagini e le atmosfere che ho nella testa, nel modo più scorrevole possibile. Per cui non è una questione di “skippare” tra gioco e romanzo, ma di traduzione da immagini a parole.


    Quindi, diciamo, nella tua testa la scena si visualizza prima di scriverla. E' mai capitato che la scrittura prendesse il sopravvento, portandoti in ambienti che non avevi preso in considerazione?
    Prima di questo avevi scritto altro, o è stata la tua prima fatica?

    In un paio di momenti mi è capitato di dare molto risalto a personaggi secondari, l’obiettivo come ho già detto è renderli reali, ma in questi casi mi affascinavano particolarmente e mi è venuto naturale concedergli più spazio… non posso dire di più!
    Questa è stata la mia prima pubblicazione, ma sono quasi vent’anni che scrivo…

    Che genere di cose scrivevi? Come mai non sono mai state pubblicate?

    Poesie e racconti, non sono mai stati pubblicati perché non mi è mai venuto in mente di farlo, forse in futuro… Il rapporto con i miei precedenti lavori… beh, rimane di affetto, ci sono dei buoni spunti, belle idee, anche se personalmente penso di aver “svoltato l’angolo” con la Tomba, è stato un progetto molto più complesso e impegnativo, di cui la Tomba è solo una parte.

    In che modo il tuo rapporto con i tuoi precedenti lavori è cambiato nel momento in cui hai deciso di pubblicare questo, e dopo la sua pubblicazione?
    Ho visto che recentemente è uscito un libro scritto a quattro mani, quindi non sto a chiederti se hai continuato a scrivere. Ma insomma, quello che vorrei sapere è: come l'esperienza concreta della stesura e pubblicazione di questo libro hanno contribuito a cambiare l'idea di te in relazione con i tuoi scritti, se ci sono cambiamenti?

    Se ci sono cambiamenti? Difficile rispondere, ad un certo livello è cambiato tutto, doversi occupare della ricerca delle case editrici, prima, e occuparsi della promozione dopo diventano un impegno a tempo pieno, a volte esaltante altre frustrante. Nell’atto dello scrivere mi do degli obiettivi, standard qualitativi da mantenere, mentre prima non avevo una vera e propria tecnica, adesso seguo un metodo che mi permette di affrontare progetti più ampi senza perdere la bussola. Ma il cuore dell’attività rimane lo stesso, scrivo per me stesso, scrivo quello che mi piacerebbe leggere, quello che mi emoziona e mi entusiasma… scrivere, almeno per me, è molto impegnativo, se non facessi così non avrei le energie per farlo.

    Bè, immagino che deve esserci molto entusiasmo per riuscire a lavorare con serietà e concentrazione!
    Cosa fai nella vita reale? Come concili questi due mondi?

    Mi guadagno il pane facendo il programmatore web, in realtà non c’è molto da conciliare, scrivo quando ho tempo e energia per farlo… solitamente il fine settimana e più spesso durante le vacanze… ho molti interessi oltre allo scrivere, ma ho imparato a occuparmi di una cosa per volta, altrimenti ne inizio cento e non ne finisco una.

    Gira la leggenda che solo i metallari giocano a d&d. È vero?

    No, ad esempio io non sono metallaro, anche se apprezzo “Black Album” dei Metallica… a pensarci bene qualche legame c’è, so che esistono generi specifici come il gotich metal e eroic metal… ma non saprei darti una spiegazione valida

    Vuoi parlarci dell'ultima fatica, il libro scritto con Federico Squartecchia?

    “Un sogno lungo una vita” è un’antologia di racconti, quattro miei e quattro di Federico. Non sono classificabili in un genere in particolare, il loro filo conduttore è il sogno/incubo, il mondo del fantastico che in un modo o nell’altro fa breccia nella realtà e la influenza. E` una lettura particolare, alcuni racconti vanno interpretati più tramite l’atmosfera che creano che per la storia che a volte appare incoerente o senza un finale… non a tutti può piacere una cosa del genere… a me invece intriga molto!
    Federico ha iniziato a scrivere ben prima di me e devo dire che se ho iniziato questa attività è anche grazie a lui.

    Che tipo di rapporto c'è tra te e lui?

    Siamo amici dai tempi della scuola superiore.

    Com'è nata l'idea di un libro insieme a lui?

    L’ovvio proseguimento di quello che abbiamo fatto fino ad ora. Mi spiego: con gli amici come Federico abbiamo da sempre condiviso l’entusiasmo per la creatività, prima come fruitori poi come ideatori, per esempio l’immagine di copertina di “Un sogno” è stata realizzata da Nicola Giordano, un altro vecchio amico, inoltre altri due amici stanno lavorando ai rispettivi romanzi. Ognuno di noi trae spunti, idee e passione dal lavoro dell’altro… è molto bello.

    Poi vorrei anche chiederti un'altra cosa: in che modo sei riuscito a contattare l'editore? Come ti sei mosso, da inesperto? Consigli da dare?

    Beh, per la Tomba l’editore mi è stato consigliato da un’amica del web, Seilenes, ho visto sul loro sito che promuovevano un premio letterario, semplicemente ci ho provato, senza aspettative o altro. E` stato emozionante quando mi hanno richiamato per informarmi che ero tra i tre classificati e sarei stato pubblicato! Per “Un sogno lungo una vita” è stato l’opposto, mi ci è voluto un anno di ricerche su internet, le piccole case editrici sono un mare infinito, ognuna con la sua politica. Fortunatamente ci sono i forum come il vostro e i siti di appassionati che forniscono una risorsa informativa preziosa, molto preziosa. Ho scartato a priori le case che chiedevano il manoscritto su carta… siamo nel 2010, è ora di darsi una rinnovata… dopo di che ho spedito l’antologia a quante più case possibili, a pioggia, e mano a mano che arrivavano le risposte mi informavo sul loro conto tramite forum e siti. Il trucco è non fermarsi alla prima che ti piace, darsi un limite di tempo e proporlo a tutti, poi raccogli i frutti e scegli quello che ti convince di più… io faccio così e per adesso mi ritengo soddisfatto

    Per quanto riguarda gli editori: quali sono stati gli elementi che ti hanno spinto a scegliere una casa editrice piuttosto che un'altra?

    Gli autori disposti a pagare profumatamente per essere pubblicati creano un business appetitoso, molti ci si fiondano creando case editrici i cui veri clienti sono gli autori e non i lettori, con tutte le ovvie conseguenze (dopo la firma, interesse nullo). Intendiamoci, ho letto libri pubblicati a pagamento migliori di libri pubblicati gratuitamente e ho visto contratti che prevedono un contributo da parte dell’autore tutto sommato accettabili. Dopo un anno che ti informi nei forum, conosci gli autori e le loro esperienze, leggi i loro libri e li valuti anche per la fattura “fisica”, beh, cominci a riconoscere le case editrici da evitare… non voglio dare consigli, bisogna avere pazienza e farsi le ossa per imparare veramente, un suggerimento dato fuori dal contesto può portare guai.

    Pensi che La Tomba vedrà luce sotto un altro aspetto, prossimamente, o finito il contratto chi s'è visto s'è visto?
    E hai in mente un sequel?

    Ho iniziato l’antefatto de La Tomba, circa 30 anni prima dell’avventura di Dagobar, Krando e Assam. Come dicevo è un progetto piuttosto ampio, che abbraccia più generazioni e personaggi, e non è da escludere che i prossimi pezzi del puzzle possano essere scritti da altri o insieme ad altri…


    SPOILER (click to view)
    Raccolta da Yelena a giugno/ luglio 2010.
    qui potete leggere la versione integrale e non editata, chiedete il permesso per visualizzarla


    Edited by Yelena‚ - 14/10/2010, 10:45
     
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