Lawrance Ferlinghetti

poesie varie

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  1. Joker_HarleyQuinn
     
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    Joker:

    L.Ferlinghetti
    Tutto cambia e niente cambia

    Tutto cambia e niente cambia
    Finiscono secoli
    e tutto continua
    come nulla finisse
    Come le nubi ancora s’arrestano a mezzovolo come dirigibili presi tra venti contrari

    E la febbre dell’efferata vita di città ancora strozza le strade

    Ma ancora io sento cantare
    ancora le voci dei poeti
    mischiate agli schiamazzi delle troie
    nell’antica Mannahatta
    o nella Parigi di Baudelaire
    echeggiare richiami d’uccelli
    lungo i vicoli della storia
    ora coi nomi cambiati
    E ora siamo nel Novecento
    e la Borsa è di nuovo crollata
    E mio padre vagabonda qui vicino con il fedora in testa
    occhi sui marciapiedi
    un’unica lira italiana
    e un centesimo che raffigura la testa di un indiano in tasc
    Trafficanti di liquori e carri funebri passano al rallentatore
    Risuona la campana di ferro di una chiesa
    frammista agli allarmi delle macchine nell’anno duemila

    Mentre abiti nuovi corrono al lavoro in grattacieli oscillanti
    mentre gli strilloni ancora strillano annunciando l’ultima follia

    E risate s’alzano
    sul mare lontano
    (Lawrence Ferlinghetti)



    O fragili poesie

    O fragili poesie
    fiori d’amore-notte

    Rabbrividire di chitarre
    sul Quadalquivir

    Voci echeggiate
    su terrazze assolate

    Statue bianche all’imbocco dei ponti
    E "le braccia bianche delle strade"

    Balzo di cavalli bradi
    che incidono la terra scalpitando

    Treni di notte
    dalle sirene maledette nascoste
    nel libro del tempo

    Sere autunnali sulla Third Avenue
    la luce ocra che ora si spegne

    Manichini nudi
    sulle scale antiincendio di casamenti popolari

    Neonati gettati
    in bagni di lacrime

    Risate come cristallo in frantumi
    Coppe di champagne lanciate dentro i caminetti

    Alba e gli amanti spossati
    ancora da saziare –

    Tutte, tutte le poesie del sogno umano
    ancora da liberare!
    (Lawrence Ferlinghetti)

    Rischiando continuamente assurdità
    Rischiando continuamente assurdità
    e morte
    dovunque si esibisce
    sulle teste
    del suo pubblico
    il poeta come un acrobata
    s'arrampica sul bordo
    della corda che s'è costruita
    ed equilibrandosi sulle travi degli occhi
    sopra un mare di volti
    marcia per la sua strada
    verso l'altra sponda del giorno
    facendo salti mortali
    trucchi magici coi piedi
    e altri mirabili gesti teatrali
    e tutto senza sbagli
    ogni cosa
    per ciò che forse non esiste
    Perché egli è il super realista
    che deve per forza capire
    una tersa verità
    prima di affrontare passi e posizioni
    nel suo supposto procedere
    verso quell'ancor più alto posatoio
    dove la Bellezza sta e aspetta
    gravemente
    l'avvio della sua girandola di morte
    E lui
    un piccolo Charlot
    che potrà cogliere o no
    la sua dolce forma eterna
    con le braccia distese in croce nell'aria vuota
    dell'esistenza

    L'agonia di Allen Ginsberg
    L’agonia di Allen Ginsberg
    È su tutti i giornali
    tutti i telegiornali
    Muore un grande poeta
    Ma la sua
    voce non muore
    Voce presente sulla terra
    a Lower Mahattan
    nel suo letto
    Allen muore
    Non c’è niente
    da fare
    Muore la morte che ognuno muore
    Muore la morte del poeta
    Alza il telefono
    e chiama tutti
    dal letto di Lower Manhattan
    In tutto il mondo
    a notte fonda
    il telefono trilla
    “Sono Allen”
    dice la voce
    “Sono Allen Ginsberg”
    Quante volte l’hanno sentita
    nei lunghi nei grandi anni
    È superfluo che dica Ginsberg
    In tutto il mondo
    L'agonia di Allen Ginsberg
    L’agonia di Allen Ginsberg
    È su tutti i giornali
    tutti i telegiornali
    Muore un grande poeta
    Ma la sua
    voce non muore
    Voce presente sulla terra
    a Lower Mahattan
    nel suo letto
    Allen muore
    Non c’è niente
    da fare
    Muore la morte che ognuno muore
    Muore la morte del poeta
    Alza il telefono
    e chiama tutti
    dal letto di Lower Manhattan
    In tutto il mondo
    a notte fonda
    il telefono trilla
    “Sono Allen”
    dice la voce
    “Sono Allen Ginsberg”
    Quante volte l’hanno sentita
    nei lunghi nei grandi anni
    È superfluo che dica Ginsberg
    In tutto il mondo
    nel mondo dei poeti
    c’è un solo Allen
    “Volevo dirvi” dice
    Dice loro cosa sta succedendo
    Cosa sta per scendere
    su di lui
    Che l’oscura amante
    scende su di lui
    Via satellite la voce va
    sulla terra
    sul Mare del Giappone
    dove una volta fu
    tridente in pugno
    giovane Nettuno
    giovane barbanera
    ritto su una spiaggia di pietre
    Alta marea e gli uccelli stridono
    Le onde si rompono su di lui adesso
    e gli uccelli stridono dolenti
    Sul lungomare a San Francisco
    c’è un vento forte
    Marosi spumosi
    fustigano l’Embarcadero
    Allen è al telefono
    voce sulle onde
    Leggo poesia greca
    Ha dentro il mare
    E cavalli che piangono
    I cavalli di Achille
    che piangono
    qui lungo il mare
    a San Francisco
    dove le onde piangono
    Emettono un suono sibilante
    un suono sibillino

    Allen
    sussurrano
    Allen

    Nelle più belle scene di Goya...
    Nelle più belle scene di Goya crediamo di vedere
    la gente del mondo
    proprio nell’istante in cui
    ottennero per la prima volta il titolo di
    “umanità sofferente”
    Si contorcono sulla pagina
    con autentico furore
    di avversità
    Ammucchiati
    gemendo con bambini e baionette
    sotto i cieli di cemento
    in un paesaggio astratto di alberi seccati
    statue ricurve rostri e ali di pipistrello
    forche scivolose
    cadaveri e galli carnivori
    e tutti gli ultimi mostri urlanti
    della “immaginazione del disastro”
    sono così maledettamente veri
    è come se esistessero ancora
    Esistono infatti
    Solo il paesaggio è cambiato
    Siamo ancora sparsi lungo le strade
    infestate da legionari
    falsi mulini a vento e galli dementi
    Siamo la stessa gente
    soltanto più lontana da casa
    su autostrade larghe cinquanta corsie
    su un continente d’asfalto
    scandito da invitanti cartelli pubblicitari
    che illustrano imbecilli illusioni di felicità
    La scena mostra meno carrette di tortura
    ma più cittadini menomati
    in macchine colorate
    con strane targhe
    e motori
    che divorano l’America


    Edited by Yelena Cruel - 27/7/2009, 17:21
     
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    Rischiando continuamente assurdità deve piacerti parecchio, visto che l'avevi inserita due volte :D
     
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  3. Joker_HarleyQuinn
     
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    a dire la verità volevo metterne un altra che mi era piaciuta tanto, inserirla 2 volte è stata una distrazione XD cmq nn è male quello che scrive. anche se non vado matto per le poesie
     
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2 replies since 27/7/2009, 13:01   2952 views
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