Apologia di Palamede

~ Gorgia

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  1. KoreImpertinente
     
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    inizio col farvi leggere la traduzione di questa bellissima opera.
    un capolavoro assoluto!

    vi sarà forse utile sapere che sta parlando Palamede, eroe della guerra di Troia anche se un po' sfigato, pur nella sua genialità. E' stato accusato da Odisseo di aver tradito la Grecia a favore dei Troiani. Si doveva vendicare di alcuni torti subiti..
    Ma Palamede: ha commesso o no il tradimento?
    Provate a dare una risposta dopo aver letto attentamente l'opera. Sono molto incuriosita dalle vostre risposte...


    la traduzione è fatta da me



    (1) Sia l'accusa che la difesa non sono giudizio di morte; la morte infatti l'ha sentenziata con manifesta sentenza la natura, per tutti i mortali, il giorno in cui nacquero. Invece la questione è incerta tra l'onore e il disonore, se io debba morire secondo giustizia oppure, con gravissime infamie e con la più turpe accusa, morire per violenza. (2) Delle due possibilità esistenti, dell'una avete pieno potere voi, dell'altra io, Vale a dire della giustizia io e della violenza voi. Potreste uccidermi molto facilmente, se lo voleste; avete pieno potere anche su questa facoltà, Su cui io mi trovo a non avere potere alcuno. (3) Se dunque l'accusatore, che è Odisseo, o perché sapeva con certezza che avrei tradito la Grecia a favore dei Barbari, o perché congetturava che le cose stessero così, avesse sostenuto l'accusa per amore della Grecia, sarebbe un ottimo uomo; come no, lui che salva la patria, i genitori, tutta la Grecia, e per giunta punisce il colpevole? Ma se per invidia, o per raggiro, o per malvagità avesse montato una tale accusa, come per i motivi che ho detto prima sarebbe un ottimo uomo, così per questi motivi sarebbe un pessimo uomo. (4) Ma a parlare di un tale argomento, da dove potrei cominciare? Che cosa posso dire per prima? A quale punto della difesa mi posso rivolgere? Un'accusa non dimostrata, infatti, provoca un timore manifesto, e per il timore necessariamente vengono a mancare le parole, a meno che io non possa apprendere argomenti dalla verità stessa e dalla presente necessità, maestre più malsicure che vantaggiose. (5) Che l'accusatore mi accusi senza sapere nulla per certo, io lo so per certo. So anche per certo, infatti, che non ho assolutamente compiuto questo fatto. E non so come qualcuno possa conoscere un fatto che non è mai avvenuto. Se invece solo per congettura che le cose stessero così ha formulato l'accusa, vi dimostrerò che non dice la verità con due ordini di prove: né volendo avrei potuto, né potendo avrei voluto mettere mano a simili iniziative. (6) Tuttavia, al fine di questo discorso, comincio con il primo ordine di prove, cioè che non avrei mai potuto fare una tale azione. Sarebbe stato necessario infatti che ci fosse stata una fase iniziale del tradimento, e tale inizio sarebbe stato uno scambio di parole; infatti alle azioni da compiere devono necessariamente precedere delle parole. Ma come sarebbero potuti avvenire scambi di parole se non c'è stato alcun incontro? E come sarebbe potuto avvenire un incontro se nessuno è stato mandato da un interlocutore presso di me e nessuno è andato da parte mia presso di lui? Nemmeno un messaggio scritto può giungere a destinazione senza un latore. (7) Ma ammettiamo che questo sia avvenuto tramite uno scambio di parole. E anche che abbiamo dei contatti, io con lui, e lui con me. Ma in che modo? Chi, con chi? Un greco con un barbaro. Come è possibile ascoltare e come parlare? Forse da solo a solo? Ma non capiremmo a vicenda le nostre parole. Ma allora, tramite un interprete? Allora ci sarebbe stato un terzo testimone di fatti che dovevano essere tenuti nascosti. (8) Ma diciamo pure che sia successo così, sebbene non sia mai successo. Bisognava dopo questi scambi di parole dare e ricevere un pegno di fede. Quale poteva essere? Forse un giuramento? E chi avrebbe creduto a me, il traditore? Ma allora, degli ostaggi? Quali? Io avrei potuto dare soltanto mio fratello (infatti non avevo altri) e il barbaro uno dei figli. E questi sarebbero stati i pegni più affidabili per me verso di lui e per lui verso di me. Se tali fatti fossero accaduti sarebbero stati noti a tutti voi. (9) Qualcuno potrà dire che ci siamo impegnati mediante ricchezze, lui col darle e io col riceverle. Forse per poche? Ma non è ragionevole prendere poche ricchezze in cambio dì grandi favori. Allora per molte? E chi le avrebbe portate? Come le avrebbe potute portare uno solo? Oppure erano in molti? Ma se fossero stati molti i latori sarebbero molti i testimoni della congiura, e se fosse stato uno solo il carico trasportato non sarebbe stato grande. (10) E l'avrebbero portato di giorno o di notte? Ma sono molte e numerose le guardie notturne, e da loro non ci si può nascondere. Ma allora di giorno? Ma la luce sarebbe nemica di tali imprese. Ma ammettiamolo. Sarei stato io ad uscire per ricevere del denaro, o fu lo stesso portatore che uscì? Entrambe le cose presentano difficoltà. E, una volta prese le ricchezze, come avrei potuto nasconderle a chi sta con me e agli altri? Dove le avrei riposte? Come le avrei custodite? Se me ne fossi servito sarei uscito allo scoperto, in caso contrario, che vantaggio ne avrei tratto? (11) Ma ammettiamo pure che sia successo anche ciò che non è successo. Ci siamo incontrati, abbiamo parlato, abbiamo ascoltato, ho preso delle ricchezze da loro, le ho prese di nascosto, e le ho nascoste. Dunque ora si sarebbe dovuto compiere ciò per cui erano accaduti questi fatti. E questo presenta ancora più difficoltà delle cose dette. Infatti in caso di azione agivo solo oppure con altri. Ma non è un'impresa da compiere soli. Allora con altri? E con chi? Ovviamente, con i complici. Ed erano liberi o schiavi? Io ora sono con voi, uomini liberi. Chi dunque di voi sa qualcosa? Parli. Degli schiavi, come non diffidare? Essi accusano di loro volontà per brama di libertà e costretti da necessità. (12) Com'è avvenuto il fatto? E' chiaro che bisognava portare dentro l'accampamento dei nemici più forti di voi. Cosa che è impossibile. E come li avrei fatti entrare? Forse attraverso le porte? Ma non sono io che devo aprirle e chiuderle, sono le guardie responsabili di questo incarico. Allora da sopra il muro con delle scale? Ma non sarei forse stato scoperto? Ogni luogo è pieno di guardie. Oppure demolendo il muro? Ma questo lo avrebbero notato tutti. La vita infatti si svolge a cielo aperto (è vita d'accampamento) sotto le armi, dove tutti vedono tutti e sono visti da tutti. Mi era impossibile, in tutto e per tutto, compiere tutto ciò. (13) Considerate insieme anche questo: a che cosa mi avrebbe giovato voler compiere quest'impresa, se anche ne avessi avuto soprattutto il potere? Nessuno vuole gratuitamente correre i più gravi rischi né essere il più malvagio, tanto da compiere la più grande malvagità. Ma per che scopo? Intendo subito venire al punto. Forse per avere potere? Su voi o sui barbari? Ma su di voi, tanti e tali, è impossibile, voi che avete tutte le qualità più importanti, virtù di antenati, quantità di ricchezze, gesta eroiche, ardire di pensieri, poteri sulle città. (14) Allora sui barbari? Chi mi avrebbe ceduto il potere? E con quali forze conquisterò io, greco, dei barbari, io, che sono uno solo, loro che sono molti? Con la persuasione o con la violenza? Ma né essi si lascerebbero persuadere, né io riuscirei a costringerli. Ma forse si consegnerebbero in mutua spontaneità, dandosi in cambio del tradimento come ricompensa? Ma sarebbe grande follia prestar fede e accettarla. In effetti chi accetterebbe la schiavitù in cambio del regno, la condizione peggiore in cambio della migliore? (15) Qualcuno potrebbe dire che ho messo mano a questa impresa per amore della ricchezza e del denaro. Ma io posseggo ricchezze misurate, né comunque ho bisogno di grandi somme. Grandi ricchezze servono a coloro che spendono in grande, non a coloro che sono più forti della natura dei piaceri, ma a coloro che dei piaceri sono schiavi e cercano in base a ricchezze e magnificenze di procurarsi onori. E nulla di tutto questo mi si confà. Del fatto che io dica il vero, voglio offrire come testimonianza degna di fede la mia vita passata. Voi siate testimoni di questa testimone. Vivete con me, e perciò conoscete bene questi fatti. (16) E neppure in cerca d'onore un uomo metterebbe mano a queste imprese, sempre che sia abbastanza assennato. Gli onori sono conseguenza di virtù, non di malvagità. Come potrebbe ottenere onore un traditore della Grecia? Inoltre, per conto mio non ero privo di onore; ero onorato per la dote più onorevole, da parte vostra che siete i più onorevoli: da voi per la sapienza. (17) E neppure in cerca di sicurezza qualcuno avrebbe commesso queste azioni, perché il traditore è nemico a tutti, alle leggi, alla giustizia, agli dei, alla moltitudine degli uomini. Egli infatti viola la legge, infrange la giustizia, corrompe le folle, non onora la divinità. A lui una tale vita, che sta fra i più grandi pericoli, non offre sicurezza. (18) Ma forse con l'intenzione di giovare agli amici o nuocere ai nemici? Infatti anche per queste ragioni si può commettere un'ingiustizia. A me sarebbe successo il contrario: avrei fatto del male agli amici e giovato ai nemici. Quest'impresa non avrebbe avuto alcun guadagno. Nessuno infatti agisce con astuzia per desiderio di subire dei danni. (19) Resta da stabilire se ho agito per fuggire paura, fatica o pericolo. Ma nessuno avrebbe a dire che questi sono fatti che mi riguardano. Per queste due ragioni tutti fan tutto, per raggiungere un guadagno o per fuggire un castigo. E tutto quanto si escogita al di fuori di queste cause < ... > che avrei fatto male a me stesso infatti compiendo queste imprese, è evidente: tradendo infatti la Grecia avrei tradito me stesso, i genitori, gli amici, nobiltà di antenati, i santuari aviti, le tombe, patria più nobile della Grecia. E quanto per tutti più di tutto vale, lo avrei date in mano a chi si è fatto ingiusto. (20) Considerate anche questo: quanto sarebbe diventata invivibile la mia vita, dopo aver compiuto simili imprese? Dove dovevo rivolgermi? Forse alla Grecia? Per pagare il fio nei confronti di chi avevo tradito? Chi mi avrebbe risparmiato fra coloro che avevano patito per colpa mia? Allora, rimanere fra i barbari? Trascurando tutte le cose di maggior valore, spogliato dell'onore più bello vivendo nel più turpe disonore, rinnegate tutte le fatiche sopportate con virtù nella vita passata? E tutto questo a causa mia; il che è massima vergogna per un uomo, essere la causa della propria cattiva sorte. (21) Né sarei potuto rimanere in piena fiducia presso i barbari. Come, infatti, in quanto a conoscenza del fatto che io ho commesso l'azione più infida, cioè ho tradito gli amici a vantaggio dei nemici? La vita diventa invivibile per chi è stato privato della fiducia. Per chi perde delle ricchezze o decade dalla tirannide o fugge dalla patria c'è possibilità di recupero; chi perde la fiducia non la può riacquistare. Che dunque né avrei voluto <potendo, né volendo, avrei potuto> tradire la Grecia, è dimostrato dalle cose anzidette. (22) Voglio ora, inoltre, discutere con l'accusatore. A chi mai hai prestato fede nell'accusarmi, un uomo quale sei tu, contro un uomo quale sono io? E' degno di essere risaputo quali cose dici tu che sei quel che sei come persona indegna a persona indegna. Mi accusi in base a una conoscenza certa o a una supposizione? Se in base a una conoscenza certa, tu sai perché hai visto il fatto o perché vi hai partecipato o perché informato da un partecipante. E se l'hai visto, di' a costoro (il modo), il luogo, il momento, quando, dove, come lo hai visto; se hai partecipato sei implicato nelle stesse accuse; se lo hai ascoltato da un partecipante, chiunque sia, costui si faccia avanti, si mostri, testimoni. Così l'accusa testimoniata sarà più attendibile poiché ora nessuno di noi due ha portato dei testimoni. (23) Dirai forse che il non portare tu testimoni di fatti avvenuti, equivale al non portarli io di fatti non avvenuti. Ma non è equivalente. Fatti non avvenuti è impossibile testimoniarli, ma testimoniare fatti avvenuti non solo non è impossibile, ma anche facile; e non solo facile, ma <anche necessario. Ma> tu non sei riuscito non solo a trovare testimoni, ma neanche falsi testimoni, mentre per me non è possibile trovarne né di un tipo né dell' altro. (24) Che dunque tu non sappia di che cosa mi accusi, è evidente; resta che tu, senza avere conoscenze certe, ti basi su supposizioni. O più coraggioso fra tutti gli uomini, prestando fede all'apparenza, l'aspetto meno affidabile, non conoscendo la verità, osi accusare un uomo di delitto capitale? Che sai tu chi abbia commesso siffatta impresa? Ma certo supporre è comune a tutti e su qualsiasi cosa; e in questo non sei più esperto degli altri. Ma né bisogna credere a quelli che suppongono, ma a quelli che sanno, né ritenere l'opinione più affidabile della verità, ma, al contrario, la verità più dell'opinione. (25 )Mi hai accusato, nel discorso che hai pronunciato, di due cose del tutto opposte, saggezza e follia, che lo stesso uomo non può possedere contemporaneamente. Quando dicevi che io sono capace, abile e ingegnoso, mi accusavi di saggezza, quando invece dicevi che ho tradito la Grecia, di follia; follia è mettere mano a imprese impossibili, svantaggiose e turpi, che hanno per conseguenza il danno degli amici e il vantaggio dei nemici, e che rendono la propria vita biasimevole e malsicura. E poi come si può credere ad un uomo tale che pronunciando lo stesso discorso, agli stessi uomini, sugli stessi argomenti, fa affermazioni del tutto contraddittorie? (26) Vorrei sapere da te se pensi che gli uomini saggi siano stolti o assennati. Se li pensi stolti, il ragionamento è inaudito ma non vero; se assennati, non si addice ai savi commettere così gravi errori e preferire il male al bene presente. Se dunque sono saggio, non ho sbagliato; se invece ho sbagliato, non sono saggio. Dunque in entrambi i casi saresti un mentitore. (27) Pur potendo accusarti a mia volta di aver commesso molte, grandi, vecchie e nuove colpe, non voglio. <voglio> infatti scagionarmi da questa accusa non con i tuoi demeriti, ma con i miei meriti. Questo lo dico a te. (28) Invece a voi, o giudici, voglio dire di me, atteggiamento che genera invidia ma necessario. E forse non sembra opportuno per chi non è accusato, ma conveniente ad un accusato. Ora infatti vi sottoporrò un resoconto della mia vita passata. Ho bisogno che voi, se vi ricorderò qualche mia buona azione passata, non invidiate nulla di ciò che dico, ma riteniate necessario che un accusato di colpe orribili e false dica qualcosa delle sue buone azioni a voi che siete intenditori. E per me è un grandissimo sollievo. (29) L'aspetto primo e secondo insieme, che è il più importante, è che la mia vita passata è dall'inizio alla fine, del tutto, senza errori, pura da qualsiasi colpa. Nessuno potrebbe muovere contro di me un'accusa fondata di malvagità. Neppure l'accusatore ha trovato nessuna dimostrazione di ciò che ha detto. E così il suo discorso diventa una diffamazione che non ha prova. (30) Direi, e dicendolo non mentirei né sarei smentito, non solo che sono stato senza colpa, ma che sono stato anche un grande benefattore per voi, per la Grecia e per tutti gli uomini, non solo quelli che sono ma anche di quelli che saranno. Chi infatti sarebbe stato capace di rendere la vita degli uomini così facile da difficile che era, e ordinata da squallida, inventando gli schieramenti militari, fondamentali per la supremazia, leggi scritte custodi della giustizia, lettere dell'alfabeto strumento della memoria, misure, pesi, comodi mezzi di scambio per i commerci, il numero custode delle ricchezze, i segnali di fuoco, messaggeri potentissimi e rapidissimi, gli scacchi, passatempo sereno del tempo libero? Ma perché vi ricordo queste cose? (31) Per dimostrarvi che porgo la mia attenzione a questioni di questo tipo, e per dare segno che mi tengo lontano da imprese turpi e malvagie. E' impossibile infatti che chi rivolge la propria attenzione a queste la rivolga a quelle. Ritengo quindi giusto che se non ho mai commesso ingiustizia contro di voi, voi non la commettiate verso di me. (32) E infatti per nessuno dei miei comportamenti mi merito di subire rovina, né da parte dei più giovani né da parte dei più vecchi. Infatti non sono causa di dolore per i più vecchi, per i più giovani non sono inutile, non invidioso di coloro che godono di buona sorte, compassionevole verso chi è più sfortunato; non disprezzo la povertà, non do valore al denaro ma reputo una ricchezza la virtù; non inutile nei consigli, né inoperoso nelle battaglie, eseguo gli ordini, obbedisco ai comandanti. Ma non spetta a me lodarmi. La circostanza presente ha reso necessario, essendo accusato di tali colpe, che io mi difendessi in tutti i modi. (33) Resta che il mio discorso per voi si incentri su di voi; detto ciò terminerò la mia difesa. La compassione e le suppliche, le preghiere degli amici sono utili quando il giudizio compete alla folla; ma nei vostri confronti, che siete e siete stimati i primi fra i Greci, non con l' ausilio degli amici né con le suppliche né con la compassione bisogna che io vi persuada, ma con il diritto più evidente, mostrandovi la verità, non ingannandovi bisogna che io mi scagioni da questa accusa. (34) Bisogna che voi porgiate la vostra attenzione non più alle parole che alle azioni e non valutiate di più le accuse che le difese, né riteniate giudice più saggio il breve tempo del lungo, né crediate più degna di fede la calunnia della prova. In ogni campo è proprio degli uomini buoni usare grande prudenza per non sbagliare, nelle cose irreparabili più che nelle reparabili. Infatti le une con la previdenza si possono rimediare, ma sono irrimediabili col pentimento. Un caso di questi è quando degli uomini giudicano di morte un altro uomo: come accade ora con voi. (35) Se dunque fosse che tramite le parole la verità dei fatti apparisse pura e chiara agli ascoltatori, sarebbe ormai facile dare un giudizio a partire dalle cose dette. Ma siccome le cose non stanno così, imprigionate pure il mio corpo, rimanete pure più tempo, ma formulate il giudizio secondo verità. Voi correte un grosso rischio a mostrarvi ingiusti, distruggendovi una fama e acquistandone un'altra. Ma per gli uomini dabbene è meglio la morte della pessima reputazione; una è la fine della vita, l'altra è malattia della vita. (36) E se mi ucciderete ingiustamente, risulterà evidente a molti; io infatti non sono sconosciuto, e la vostra malvagità diverrà nota e manifesta a tutti i Greci. E ricadrà su tutti voi la colpa dell'ingiustizia commessa, non sull'accusatore; sta in voi il compimento della giustizia. E non potrebbe esistere errore più grave di questo. Non solo verso di me e i miei genitori sbaglierete condannandomi ingiustamente, ma anche verso di voi vi accorgerete di aver commesso un atto terribile, empio, ingiusto, illegale, allontanando un uomo alleato, utile a voi, benefattore della Grecia, voi greci un greco, senza aver dimostrato alcuna ingiustizia manifesta né colpa credibile. (37) Ho parlato a mia difesa, e ora smetto. Infatti ricordare brevemente ciò che si è detto ampiamente ha ragion d'essere di fronte a giudici di poco valore; ma che voi, primi fra i primi, greci fra i greci, non abbiate prestato attenzione o non vi ricordiate quanto detto, non è degno neppure di essere tenuto in considerazione.
     
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    la tua tesi?
    io gorgia l'ho studiato, credo.
    forse il nome mi è (vagamente) familiare.
     
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  3. KoreImpertinente
     
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    beh ho visto che ci trovano su google anche cercando "palamedes gorgia". questo post non è totalmente inutile, magari qualcuno nel mondo l'ha letto, e almeno ora c'è una traduzione on line dell'opera, grazie a me..!
    comu nque ho parlato in classe di quest'opera, facendo una digressione nell'ora di storia, e i ragazzi sono rimasti molto incuriositi. son contenta che gorgia abbia ancora del fascino! : )
     
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  4. aspirantelatinista
     
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    CITAZIONE (KoreImpertinente @ 20/5/2009, 09:58)
    beh ho visto che ci trovano su google anche cercando "palamedes gorgia". questo post non è totalmente inutile, magari qualcuno nel mondo l'ha letto, e almeno ora c'è una traduzione on line dell'opera, grazie a me..!
    comu nque ho parlato in classe di quest'opera, facendo una digressione nell'ora di storia, e i ragazzi sono rimasti molto incuriositi. son contenta che gorgia abbia ancora del fascino! : )

    Gorgia, come tutti i sofisti era un genio... Che dire dell'Encomio di Elena...
    :lopè:
     
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  5. KoreImpertinente
     
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    è divertimento allo stato puro, nel senso più intimo del termine. fantastico.
     
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  6. aspirantelatinista
     
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    CITAZIONE (KoreImpertinente @ 20/5/2009, 18:34)
    è divertimento allo stato puro, nel senso più intimo del termine. fantastico.

    Io conosco bene solo l'encomio di Elena, quando lo feci, in prima in filosofia e in seconda in letteratura non mi piacque molto, non capii bene quale valore potesse avere quel testo. Leggendolo bene però si scopre che è veramente magnifico, una posizione così libera e originale è rara da trovarsi.
     
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  7. KoreImpertinente
     
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    ma poi la cosa che rende entrambe le opere magnifiche è vedere come gorgia riesca a disarmarti e a farsi dare ragione quando non è affatto detto che ce l'abbia! se ti interessa (a chiunque possa interessare) ti spedisco un paragrafo della mia tesi in proposito (ne è piccola parte, perché mi sono interessata più che altro di problemi filologici). non lo voglio mettere on line.
     
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  8. aspirantelatinista
     
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    CITAZIONE (KoreImpertinente @ 20/5/2009, 21:41)
    ma poi la cosa che rende entrambe le opere magnifiche è vedere come gorgia riesca a disarmarti e a farsi dare ragione quando non è affatto detto che ce l'abbia! se ti interessa (a chiunque possa interessare) ti spedisco un paragrafo della mia tesi in proposito (ne è piccola parte, perché mi sono interessata più che altro di problemi filologici). non lo voglio mettere on line.

    Già già... E comunque era quello lo scopo dei sofisti, che può essere considerato buono, come sommamente sbagliato.

    Recentemente ho letto il famoso passo di Protagora ( che si collega ad Erodoto) sulla tolleranza per fare un articolo sulla tolleranza nella classicità contro i razzismi, da mettere sul giornalino della scuola ( quello di noi studenti) ma il preside da bravo padre e padrone (fascista) ci ha tagliato i fondi e quindi il mio articolo non lo ha potuto leggere nessuno... :bh:

    Comunque mi interessa il paragrafo della tua tesi...

    Tu come stai? Come va il lavoro?
     
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  9. Alyss Dark
     
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    Non ho letto la parte finale perchè mi fanno male gli occhi, però mi piace Gorgia...Tradurlo NO per la verità, ma leggere in traduzione sì^^

    CITAZIONE
    ma poi la cosa che rende entrambe le opere magnifiche è vedere come gorgia riesca a disarmarti e a farsi dare ragione quando non è affatto detto che ce l'abbia!

    quoto! è il lato affascinante della sofistica!
     
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  10. Elsaga
     
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    Ciao a tutti!
    Sapete come posso fare per contattare KoreImpertinente?

    Perché mi piacerebbe scambiare qualche opinione visto che sto scrivendo la tesi su Gorgia anche io
    (sono nuovo qui e non ho ancora avuto modo di girare e capire come funziona)

    Grazie

    Marco
     
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9 replies since 22/10/2007, 20:19   5177 views
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